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MADDALONI- La strada verso il contenzioso sembra spianata. Da una parte il Comune e la Regione Campania che chiedono la divulgazione e la notifica dei risultati “sulla revisione dell’Analisi di Rischio Sanitario e Ambientale sull’area Turbogas. Dall’altro Enel Produzione che al momento si sottrae a qualsiasi forma di confronto e incontro. Il tempo è scaduto. E la situazione sta precipitando. L’assessore all’ecologia Salvatore Liccardo fornisce dettagli in merito.

Il termine ultimo di presentazione dei dati (entro il termine ultimo del 31 dicembre 2018) è passato da un pezzo. Che ne è delle analisi supplementari chiesta da Enel?

Abbiamo fatto tutti in passi necessari. Prima, abbiamo convocato le parti che hanno a che fare con la centrale Turbogas: Terna, Enel Distribuzione e Enel Produzione. Abbiamo accertato che la competenza è di Enel Produzione. Poi, abbiamo interessato la Regione, che è l’organo supervisore. Ora, non c’è altra giustificazione ai ritardi della trasmissione dei dati.

Stiamo parlando di dati sulle concentrazioni di idrocarburi
(Triclorometano, Dicloroetilene e Tetracloroetilene) e metalli pesanti (soprattutto manganese) e alifatici clorurati non cancerogeni. Insomma, se sono contaminate o meno le matrici ambientali. Se lo stallo procedurale dovesse continuare che succederà?

Senza l’analisi del rischio, la valutazione sulla entità reale nonchè sull’esistenza o meno di contaminazione, non si può procedere oltre. Pertanto, il decreto regionale parla chiaro: le analisi vanno completate. Se questo non sarà fatto scatterà, da parte dell’organo di controllo, una formale diffida e messa in mora.

Tradotto in pratica. Senza risposte certe e documentate non si può nemmeno ragionare sulla dismissione finale dell’impianto?

Purtroppo si. Per questo la Regione ha inviato solleciti. Il Silenzio dell’Enel Produzione coincide con una situazione di stallo non più sostenibile. Non si può aspettare a lungo: i procedimenti di analisi, dismissione pianificazione urbanistica non possono essere congelati in eterno.

E quindi ora che succede?

Aspettiamo che l’azione di sollecito della Regione faccia il suo corso. In caso di mancanza di risposte chiederemo che gli organi di controllo (Regione ma anche Ministero dell’Ambiente) attivino le dovute procedure di acquisizione degli atti sull’impatto ambientale prodotto dal sito di trasformazione, prima alimentato con olio combustibile e poi convertito a metano.

Insomma, la questione Turbogas continua a innescare scontri?

Non stiamo agendo contro qualcuno ma per complementare gli iter ambientali e di analisi, quelli che proprio Enel ha chiesto di integrare con un triennio di analisi supplementari. Nessuna contrapposizione quindi ma solo la legittima aspettativa di mettere la una parola fine a questa vicenda. Vogliamo sapere se è confermato che il piazzale non sarebbe contaminato, se le matrici ambientali sono solo leggermente compromesse. In sintesi, urge l’atto conclusivo per decidere cosa fare. Questa non è contrapposizione ma una legittima richiesta.

A proposito, avete chiesto anche soldi sotto forma di adegumento Imu?

Da verifiche contabili, l’ente locale ha accertato che l’impianto Turbogas paga un’imposta Imu annuale agevolata di appena duemila euro. Valore considerato non adeguato rispetto delle tariffe applicate per atri siti produttivi e ai privati. A netto delle prescrizioni, i nuovi calcoli aggiornano l’imposta dovuto che sale a circa 60 mila euro l’anno. Pertanto, il Comune si accingere a chiedere la riscossione di circa 300 mila euro relativi agli ultimi cinque anni di attività.

Redazione