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“La Campania è ultima in Italia, in ritardo rispetto alle altre Regioni del Sud”. Lo ha detto, nell’Aula del Consiglio regionale, Stefano Caldoro. Il capo della opposizione, dopo aver espresso il cordoglio per le vittime e le famiglie, e dopo aver ringraziato il personale sanitario, medici ed infermieri, forze di polizie e volontari, lavoratori in prima linea, ha ricordato che “il centrodestra, in maniera responsabile, ha fatto le sue proposte. Nei momenti difficili bisogna collaborare, riconoscere i problemi e senza buttare la croce addosso a chi governa. Detto questo vanno indicati i limiti e consegnate le soluzioni”.

“Siamo ultimi in Italia – ha sottolineato Caldoro – sui tamponi, e solo adesso proviamo a recuperare ritardi, siamo ultimi per i posti letto Covid-19. La Regione ha attrezzato delle strutture, arriveranno quando non serviranno più e ce lo auguriamo. Siamo ultimi nelle risposte economiche messe in campo”.

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Per Caldoro “il Sud ha retto, tutto, perché siamo stati più bravi, in parte più fortunati. Perché qui l’emergenza è arrivata dopo e, dunque, non ha senso fare paragoni con il Nord del Paese. La Campania non è paragonabile con la situazione drammatica della Lombardia. Al Sud, meglio di noi, hanno fatto la Calabria, il Molise, la Basilicata, la Sicilia e la Sardegna, hanno fatto più tamponi, più prevenzione, sono stati più veloci nelle risposte ad imprese e famiglie. Copiamo loro invece di fare ordinanze inutili”.

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Il capo della opposizione, nel corso del suo intervento, si è concentrato “sull’orgia delle ordinanze regionali che hanno provocato solo confusione”

“Servivano pochi atti e più semplici ed invece assistiamo ad una carnevalata di ordinanze. Tardive e sbagliate quelle del cibo a domicilio, quelle sulle corse e sulle passeggiate. Sono i vincoli, le fasce orarie ristrette che creano confusione. E’ necessario avere più fiducia nei campani ed è per questo che, fra le altre cose, chiediamo di consentire non solo il cibo a domicilio ma anche quello da asporto, di essere più flessibili con le uscite, di avviare la fase due per altre attività. Va fatto in sicurezza e senza anatemi verso i campani, senza insulti, superando le ordinanze stupide. Senza la inutile ricerca del particolare, la pizzeria di Via Cilea o il Bar della Provincia, serve un atteggiamento diverso. Il controllo complessivo è una cosa più seria rispetto singolo caso”.

Nel suo intervento Caldoro ha acceso un riflettore sulle vicende degli acquisti

“Per le mascherine, per i dispositivi sanitari si è utilizzata la centrale di Soresa, che è una eccellenza. Ma nell’azienda regna la confusione, è scarsa la trasparenza, non c’è governance. Il direttore generale, per le notizie in nostro possesso, prima si è messo in aspettativa e poi si è dimesso. È necessario capire e garantire, in questa fase, massima efficienza”. Caldoro ha, poi, ringraziato il consigliere Luca Cascone “che in questi giorni ha garantito la sua presenza a sostegno delle attività dell’azienda”.

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Nella parte finale dell’intervento il punto sul piano socio economico della Regione. Per Caldoro “la cosa più semplice da fare sarebbe stata quella di ridurre le tasse”

“Servono – ha sottolineato – misure attive, interventi di sostegno vero ad imprese e famiglie. Sui 900 milioni manca chiarezza, non c’è l’intesa con il Governo, non ci sono risorse nuove misure insufficienti per le imprese e le fasce deboli, inutile burocrazia. La strada dovrebbe essere un’altra.

La Regione è un Ente di programmazione, non di gestione. Il Presidente pro tempore non può gestire queste risorse come se fossero della famiglia De Luca, non le può gestire dal bunker di Salerno. Sono risorse del sistema campano, sono fondi del Governo e dell’Europa, del sistema produttivo e dell’intera comunità. Serve allora rendere protagonisti i Sindaci perché conoscono le realtà locali, perché sanno quali sono i bisogni, è opportuno affidarsi a loro e senza avere la pretesa di indirizzare le scelte dall’alto perché il «caro De Luca» è lontano dai territori. Serve che sia l’Inps, ad esempio, ad occuparsi delle pensioni, serve che siano le casse dei professionisti ad occuparsi dei professionisti, le Camere di Commercio per le micro-imprese. Non può essere la Regione, dall’alto, a fare e gestire i bandi. Non è la strada si perde tempo e si sbaglia”.

Luigi Ottobre