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Non tutte le emergenze sono uguali: “Caivano brucia da mesi, da anni. Ma a Centocelle sono scattate le indagini. A Ciavano, invece, inascoltate le denunce delle associazioni e gli appelli di don Maurizio Patriciello”

di Antonio Del Monaco* Centocelle invasa dai fumi tossici a causa di roghi, forse appiccati da rom.
Caivano brucia da mesi, anni, terra di nessuno, ‘terra dei fuochi’: nei campi rom si accatastano rifiuti di ogni genere, rifiuti speciali, scarti di magazzini, materiali ingombranti, elettrodomestici, pneumatici…di tutto. E di tutto brucia, rendendo l’aria irrespirabile, malsana, cancerogena.
Caivano brucia da mesi, anni.

Un flash mob di pochi giorni fa, organizzato dalle associazioni di volontariato, è finito vergognosamente: all’altezza del campo rom, decine di persone sono sbucate fuori con mazze di legno, gettando sulla folla ciò che potevano e spaventando tutti. I carabinieri, presenti al corteo, sono fuggiti, invitando la folla a fare lo stesso.

Il caso di Centocelle ora sembra destare attenzione. Le indagini sono in corso. Già.
Ma quando don Maurizio Patriciello, parroco sotto scorta, ha gridato aiuto, ha cercato di destare attenzione, di spostare i riflettori su quanto accadeva e accade a Caivano, chi ha mosso un dito? Chi è corso a vedere?

Io sono stato più volte sul posto, testimone di un degrado imbarazzante, con forze dell’ordine impotenti: ogni volta si era punto e a capo.
A Ottobre, dopo aver chiesto un incontro con l’allora prefetto di Napoli, dopo decine di comunicati, ho scritto al Ministro degli Interni, sottolineando l’emergenza ambientale e sociale che si vive a Caivano, così come a Giugliano e in altre zone limitrofe. Ciò che auspicavo era anzitutto un incontro a Roma, in presenza di Don Patriciello.
Silenzio.
I cittadini sono stanchi e sfiduciati, si sentono abbandonati dallo Stato.
Perché non si è fatto nulla? Non sono casi rari o isolati.
Perché non si fa nulla ancora? In quei campi vivono certamente persone e bambini che meritano possibilità di vita migliori; ma vi è anche un alto tasso di delinquenza e pericolosità. Ci sono avanzi di galera!
I campi rom vanno sgomberati ed è necessario una sorta di censimento.

Caivano, come e più di Centocelle, merita attenzione, cura, controllo.
Perché le urgenti richieste di un parlamentare a un Ministro degli Interni sono state accantonate, cestinate?
Cosa non si può fare? Cosa non si vuol fare?
Ricorrerò a una nuova lettera, di nuovo, un ulteriore sollecito, nella speranza che qualcosa, ora che forse anche nella periferia di Roma si parla di roghi tossici, possa muoversi anche per la terra di nessuno. Per la brava gente di Caivano.

*Deputato del Movimento Cinque Stelle

Il rogo a Centocelle
Redazione