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MADDALONI- Prima spallata e primo stop all’Ufficio di Piano. La riunione, fissata per il 15 novembre, non si terrà causa “prove tecniche di maggioranza”. L’affollata assise ecumenica è stata sostituita con un interpartitico di maggioranza che licenzierà le linee guide targate amministrazione De Filippo. E’ uno snodo fondamentale che fa ballare l’intera coalizione. E’ un’accelerazione ma anche una prova di forza. Nonostante le posizioni unitariamente granitiche dai meandri della coalizione arcobaleno emergono dissensi. Non sulla redazione di nuove linee guida e nemmeno sull’accelerazione in corso. Ma si agita qualcosa di più grave e profondo. Una parte della maggioranza mette in discussione il rapporto fiduciario con il redattore Romano Bernasconi. Se le nuove linee guida, integrano e sostituiscono quelle del 2015 correggendo la bozza (presentata fuori tempo massimo nel settembre 2016), c’è chi chiede un’audizione del redattore. Una richiesta considerata doverosa e un minimo sindacale dovuto alla trasparenza e al cambiamento inaugurato con il nuovo corso politico. E poi c’è chi vuole invece una relazione che giustifichi l’operato del redattore che non ha fedelmente tradotto cartograficamente le linee guida del 2015. Nessuno lo dice apertamente ma nella maggioranza c’è il partito che vuole un’audizione verità del redattore. E il malumore cresce con i giorni: Bernasconi scrive ai giornali ma non ha ancora relazionato all’Ufficio di Piano. E c’è chi morde il freno. Stranamente ad agitarsi non è l’opposizione molto cordiale e mansueta ma esponenti di primo piano della maggioranza che hanno tuonato nell’Ufficio di Piano e non solo. Oltre alle linee guida c’è di più. Ad innescare fibrillazioni sono i tempi lunghi e incerti della redazione degli atti preliminari: relazione geologica, zonizzazione sismica e aerofotogrammetria. Insomma, si rischia un “Puc zoppo”: pensato nelle sue linee guida ma privo dei fondamentali atti che ne legittimano la redazione. Gli studi geologici non sono un optional ma un obbligo e un dovere. E qui si cera il secondo corto circuito. Staremo a vedere se a colpi di maggioranza si spegneranno i principi d’incendio.

bocchetti