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Foto: © Mezzelani/Ferraro/Pagliaricci-GMT Sport
Dopo un anno di rinvio e incertezze, la bandiera nazionale del Giappone fa il suo ingresso in campo portata da atleti, personale sanitario e chi si è speso per superare questo periodo difficile. Non è mancato il tributo alle vittime della pandemia

Con un anno di ritardo si alza il sipario sui Giochi Olimpici di Tokyo 2020. I primi nella storia ad essere rinviati di 12 mesi, i primi dell’era Covid-19. Un grande evento mondiale in cui gli atleti del Pianeta si ritrovano per misurarsi, confrontarsi con se stessi e con gli altri. Andando al di là di quei muri che il coronavirus ha alzato tra di noi. La cerimonia che va in scena allo Stadio Olimpico di Tokyo lancia un messaggio di speranza al mondo, unito dallo sport nel solco dei valori olimpici. In tribuna l’imperatore Naruhito e il Presidente del CIO, Thomas Bach.

I cinque cerchi fatti con il legno delle 47 prefetture giapponesi prendono forma al centro della scena, nel ricordo dei Giochi del ’64 – sempre a Tokio. Allora gli atleti di tutte le le nazioni portarono con se i semi degli alberi commemorativi che avrebbero sancito un legame indissolubile tra olimpismo e Giappone. Poi spazio alla parata degli atleti, protagonisti indiscussi della rassegna a cinque cerchi. Inizia come tradizione la Grecia, seguita dalla rappresentativa CIO dei rifugiati. 

Sotto lo sguardo del Presidente del CONI, Giovanni Malagò e del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Valentina Vezzali, l’Italia fa il suo ingresso nello Stadio per diciottesima, secondo l’alfabeto giapponese. Il Tricolore sventola tra le mani dell’insolita coppia di alfieri composta dagli olimpionici Jessica Rossi (tiro a volo) ed Elia Viviani (ciclismo).

Dietro di loro una folta rappresentanza dell’Italia Team: 110 atleti azzurri (di 21 discipline diverse) sui 384 attesi in Giappone (record di presenze azzurre all’Olimpiade). Le nostre atlete e i nostri atleti sfilano in bianco, con le mascherine bianche che ormai scandiscono la nostra quotidianità. Sono pronti a vivere un sogno con tutti i tifosi italiani, incollati alla tv, in questa insolita edizione dei Giochi senza pubblico. 

Luigi Ottobre