00 5 min 4 anni

Di seguito la lettera dell’on. Antonio Del Monaco inviato ai ministri dell’economia e dei trasporti.

Oggetto: sospensione trasporto scolastico causa emergenza COVID-19 ;
interruzione dei pagamenti nei confronti dei soggetti gestori dei relativi servizi – Cassa Integrazione
Ill.mo Ministro dell’Economia e delle Finanze,
Ill.mo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti,
Vi scrivo questa lettera per sottoporre alla Vostra attenzione la problematica in oggetto. A seguito dei provvedimenti adottati a fronte dell’emergenza COVID-19 è stata disposta, come tutti sappiamo, la chiusura delle scuole del territorio nazionale, e il conseguenziale arresto del servizio di trasporto svolto dalle Società del settore. A seguito dell’approvazione della Legge n. 27 del 24.04.2020 all’articolo n. 92 comma 4 bis, era stato
previsto il pagamento integrale del corrispettivo, pur in assenza del servizio: L’art. 92 comma 4 bis ha statuito infatti che “Al fine di contenere gli effetti negativi dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e delle misure di contrasto alla diffusione del virus sui gestori di servizi di trasporto pubblico locale e regionale e di trasporto scolastico, non possono essere applicate dai committenti dei predetti servizi, anche laddove negozialmente previste, decurtazioni di corrispettivo, né sanzioni o penali in ragione delle minori corse effettuate o delle minori percorrenze realizzate a decorrere dal 23 febbraio 2020 e fino al 31 dicembre 2020. Le disposizioni del presente comma non si applicano al trasporto ferroviario passeggeri di lunga percorrenza e ai servizi ferroviari interregionali indivisi.” Ad onor del vero il comma 4 quater così stabiliva: 4-quater. “L’efficacia delle disposizioni di cui ai commi 4-bis e 4-ter e’ subordinata all’autorizzazione della Commissione europea ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul
funzionamento dell’Unione europea.” In seguito è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’ultimo decreto legge n. 34 del 19.05.2020 denominato DECRETO RILANCIO; all’interno dell’articolo 109 comma 3 lettera b, però, viene integralmente soppressa la parola trasporto scolastico presente invece nell’articolo 92 comma 4 bis. Riporto di seguito il testo: Art. 109 comma 3. A seguito dell’attivazione dei servizi di cui al comma 2, è fatta comunque salva la possibilità per i gestori di usufruire, in relazione alle ore non lavorate, dei trattamenti del fondo di integrazione salariale e di cassa integrazione in deroga laddove riconosciuti per la sospensione dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, degli altri servizi di cui al comma 1 e dei servizi degli educatori per gli alunni disabili, ove attivati gli accordi di cui all’articolo 4-ter, o di servizi sociosanitari e socioassistenziali resi in convenzione, appalto o concessione nell’ambito dei provvedimenti assunti in attuazione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6 e con ordinanze regionali o altri provvedimenti che dispongano la sospensione dei centri diurni per anziani e persone con disabilità.» b) all’articolo 92, comma 4-bis, primo periodo, le parole: “e di trasporto scolastico” sono soppresse. Con la pubblicazione dell’ultimo decreto l’intero settore delle aziende che gestiscono servizi di trasporto scolastico rischia il collasso; un settore che comprende alcune migliaia di aziende e circa trecentomila lavoratori con rispettive famiglie. A seguito del lockdown, tutti i Comuni appaltanti, avvalendosi dell’art. 107 del Codice degli Appalti, hanno sospeso i servizi di trasporto scolastico non provvedendo al pagamento di alcun corrispettivo. Non è un problema marginale se si considera che in capo a tutte le Società restano fermi i costi fissi quali mutui o leasing per l’acquisto dei veicoli destinati ai servizi, affitto delle strutture destinate a deposito e ricovero degli autobus, costi per l’officina meccanica necessaria per la manutenzione ordinaria dei mezzi che richiedono periodici controlli, spese per i ricambi e revisione dei mezzi. Senza contare i costi per la sicurezza, per il personale e, non ultimo, i costi delle polizze assicurative, che per tale tipo di contratti non possono essere sospesi. Un altro tasto dolente riguarda la Cassa Integrazione per i dipendenti. L’intero comparto sta patendo evidenti difficoltà, soprattutto perché comprende un settore che ha un CODICE ATECO di SERVIZI del tutto differente da quello del settore TURISMO: per i prossimi 2 anni, almeno, il settore turistico con “autobus da gran Turismo N.C.C.” non decollerà assolutamente. Pertanto, mi unisco alla richiesta degli operanti del settore affinché si valuti la possibilità di una proroga del periodo di transizione della CIG, con l’auspicio di una rivalutazione complessiva della legge del
settore, che è stata completamente dimenticata. Diversamente, si rischia la chiusura di moltissime imprese N.C.C. che operano da decenni sul mercato,
garantendo occupazione a decine di migliaia di persone. Nell’attesa di un Vostro riscontro e ringraziando per l’attenzione e la disponibilità, porgo distinti saluti.

Redazione