Rose Rosse, canzone highlander della musica italiana compie cinquant’anni. Non li dimostra ed è questa sicuramente la più scontata delle battute. Mezzo secolo di vita è uno spazio-tempo di proporzioni siderali anche in considerazione della travagliata esplosione di questo brano scritto dal grande Giancarlo Bigazzi con musica del maestro Enrico Polito e portato definitivamente al successo da un ventinovenne Massimo Ranieri nel 1970, quando ormai aveva già abbandonato i panni di Gianni Rock (nome d’arte dei primissimi esordi). Il brano, infatti, viene registrato e pubblicato per la prima volta nel 1968. Vengono stampate solo poche copie ad uso “interno” per la casa discografica. L’anno successivo il brano viene riproposto addirittura come lato B de “Il mio amore resta sempre Teresa”, canzone poco fortunata che lo stesso cantante incise sperando in un destino migliore. Siamo nel 1969 e la popolarità di Ranieri e in leggera flessione. Urge un grande successo per ritornare sulla cresta dell’onda. Quasi all’ultimo minuto qualcuno ha l’intuizione geniale: “Rose Rosse” viene iscritta al “Cantangiro”, la kermesse itinerante ideata da Ezio Radaelli che si svolgeva “a tappe” durante l’estate come fosse il Giro d’Italia. È la mossa che cambia il destino sia della canzone che del suo interprete. Massimo Ranieri vince sul filo di lana la finalissima che si svolge a Recoaro Terme (con appena venti punti di vantaggio sui Camaleonti) e nel 1970 finalmente “Rose Rosse” fa bella mostra di sé nell’album d’esodio del canta-attore nativo del Pallonetto di Santa Lucia. Così, dopo mezzo secolo, quel brano che era stato quasi dimenticato nei cassetti, resta ancora tra i più richiesti ed amati in concerti ed apparizioni televisive. Un grande classico che continua a vivere in splendida forma grazie anche alla voce cristallina di Massimo Ranieri che sembra non risentire del tempo che passa.
La struttura testuale del brano rappresenta senza dubbio l’arma in più. In essa convivono sogno ed ostinazione, speranza e determinazione di chi non rinuncia a coronare il proprio sogno d’amore e vede, in un semplice bouquet di fiore, l’arma decisiva per conquistare l’amata. Il successo discografico fu quasi incalcolabile (pare che solo il singolo abbia superato i due milioni di copie con tredici settimane di permanenza nella top ten), rilanciando definitivamente la carriera di Massimo Ranieri che da lì a poco si concentrerà sul mondo della recitazione procurandosi non pochi nemici tra gli addetti ai lavori della canzone. Il compleanno di “Rose Rosse” è una fioritura non da tutti. Suscitare ancora emozione, allegria, voglia d’amore e di rivivere momenti belli incastonati nella nostra memoria, non sono qualità che appartengono a tutte le canzoni del passato.
A questo si aggiunge una delle caratteristiche più esclusive che vanno riconosciute a Ranieri che ha cantato migliaia di volte i suoi successi davanti al pubblico (Il suo tour “Canto perché non so nuotare” ha stabilito il record di repliche e spettatori) ma, ogni volta riesce ad interpretare e “vivere” le canzoni come fosse la prima volta, trascinando la platea in una giostra senza tempo. D’altro canto… “d’amore non si muore…”!