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Cronaca In EvidenzaMADDALONI/ACERRA- (di Elio Bove) Nell’area tra le più colpite della Terra dei Fuochi si continua a sversare illegalmente. Tonnellate di finto compost, rese invisibile ad ogni controllo, non sono sfuggite all’on. Antonio Del Monaco del Movimento 5 Stelle. Nel suo intervento alla Camera ha chiarito come l’ecomafia prolifera nel territorio, ma non sfugge alle telecamere di attenti giornalisti e ad Alessandro Cannavacciuolo, ambientalista e attivista del M5S.
On. Del Monaco un altro caso di inquinamento occulto è stato smascherato. Quello che ha riferito alla Camera è molto grave.
“Sì, perché parliamo di camion, ripresi dalle telecamere, pieni di compost, che poi si è scoperto che non era affatto tale. Parliamo di tonnellate di materiale in apparenza fertilizzante, ma contenente plastiche, metalli e vetri. Immagini che non devono farci abbassare la guardia, perché siamo sotto continuo attacco di spietati ecocriminali”.
Un’affermazione forte, On. Del Monaco.
“Il finto compost è stato scaricato in una zona a nord del territorio, precisamente a Calabricito e a Lenza Schiavone, due aree in passato più volte violate dall’ecomafia. La gravità di quello che è avvenuto sta nell’aver sversato le sostanze incriminate in un terreno, che subito dopo è stato utilizzato per coltivare ortaggi. Un ecoreato che potrebbe nascondere un giro d’affare notevole, senza contare il danno alla salute delle persone. Parliamo, sgombrando il campo da ogni equivoco, di un traffico illecito di rifiuti”.
Quindi ci sono prove e filmati. Come intende procedere?
“Nel frattempo
c’è la denuncia con l’intervento fatto alla Camera, poi mi attiverò per andare
fino in fondo. Ho chiesto al Ministro
per l’Ambiente di attivarsi al fine di evitare la contaminazione di un
territorio già più volte oggetto di sversamenti velenosi. La prova schiacciante ci viene fornita da un
drone fatto volare dagli ambientalisti del territorio. Gli scarichi killer sono
stati filmati per giorni. Il finto
compost è stato anche fatto analizzare presso un laboratorio privato
accreditato ed è emerso che effettivamente il materiale spacciato come compost
non è altro che un ammasso di rifiuti triturati. Veleni scaricati su ettari ed
ettari di campagna”.
On. Del Monaco, come esponente della Commissione d’inchiesta sulle attività illecite dei rifiuti, come si combatte questa piaga?
“Le rotte dei traffici non prende solo la Campania, ma tutte le regioni. La prevenzione è importantissima se si vuole combattere l’ecomafia, ma i cittadini devono essere sempre vigili e non devono avere paura di denunciare. Lo Stato è presente e sta dando prova che è nell’interesse di tutti combattere la criminalità organizzata. Dopo quello che è successo ad Acerra, credo che la risposta più significativa sia partita dai cittadini, schierati in prima persona, e da giornalisti, che con le loro inchieste lavorano nell’interesse del territorio e della salute pubblica”.
I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sessa Aurunca (CE), in Mondragone (CE), coadiuvati da unità cinofile del Nucleo Carabinieri di Sarno (SA), nel corso di un servizio finalizzato alla prevenzione e repressione del traffico di sostanze stupefacenti, hanno proceduto all’arresto di T.L. cl. […]
Dalla ProvinciaI carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sessa Aurunca (CE), in Mondragone (CE), coadiuvati da unità cinofile del Nucleo Carabinieri di Sarno (SA), nel corso di un servizio finalizzato alla prevenzione e repressione del traffico di sostanze stupefacenti, hanno proceduto all’arresto di T.L. cl. 1975, residente a Mondragone.
I militari dell’Arma, a seguito della perquisizione domiciliare d’iniziativa eseguita presso abitazione dell’arrestato, hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro 8 piante di marijuana, dell’altezza di circa 2 metri, per un peso complessivo di kg. 3,600 circa, gr. 190 circa della medesima sostanza stupefacente già essiccata in barattoli di vetro, ed un bilancino di precisione.
T.L. è stato accompagnato agli arresti domiciliari, a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.
Maddaloni. Voragini nel manto stradale, illuminazione fatiscente, erbacce che invadono marciapiedi e corsie, auto che sfrecciano ad alta velocità e spazzatura abbandonata abusivamente ai margini delle carreggiate. Sono solo alcuni aspetti che caratterizzano lo stato attuale di via Appia. Relativamente a questa situazione, i cittadini […]
PoliticaMaddaloni. Voragini nel manto stradale, illuminazione fatiscente, erbacce che invadono marciapiedi e corsie, auto che sfrecciano ad alta velocità e spazzatura abbandonata abusivamente ai margini delle carreggiate.
Sono solo alcuni aspetti che caratterizzano lo stato attuale di via Appia.
Relativamente a questa situazione, i cittadini insorgono, si organizzano e oggi, presso il bar del distributore di carburante Repsol, dalle 18.00, avrà luogo una raccolta firme per una istanza in modo tale da mettere al corrente o/o invogliare l’amministrazione comunale di Maddaloni affinché questi disagi possano essere almeno ridimensionati.
Tra i promotori di questa iniziativa, la consigliera comunale Tina Santo del M5S.
Nella mattinata di ieri, 30 luglio 2019, agenti della Squadra Mobile della Questura di Caserta e del Commissariato di P.S. di S. Maria Capua Vetere, coadiuvati da unità cinofile della G. di F. di Aversa con gli ormai famosi cani antidroga “Delios” e “Bolt”, hanno […]
Dalla ProvinciaNella mattinata di ieri, 30 luglio 2019, agenti della Squadra Mobile della Questura di Caserta e del Commissariato di P.S. di S. Maria Capua Vetere, coadiuvati da unità cinofile della G. di F. di Aversa con gli ormai famosi cani antidroga “Delios” e “Bolt”, hanno tratto in arresto i coniugi sammaritani MEROLA Mario e DESIDERIO Immacolata, 55 anni lui e 47 lei, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’arresto è stato realizzato all’esito di un controllo effettuato presso l’abitazione della coppia, sita nel rione IACP di S. Maria Capua Vetere.
L’operazione vede la sua genesi nelle risultanze dell’attività info-investigativa, realizzata dalla Polizia, secondo cui la residenza dei coniugi era stata adibita a vera e propria “base di spaccio”, ove la coppia occultava sostanze stupefacenti per poi venderle “al dettaglio”. Alla luce di ciò, simulando un normale controllo alle case popolari, gli operanti facevano accesso nell’appartamento. Alla vista degli agenti, su ordine del marito, la donna tentava vanamente di chiudersi in bagno, venendo bloccata da uno degli operanti; pertanto, ad esplicita richiesta, consegnava spontaneamente due bustine di cellophane trasparenti, contenenti dosi già confezionate di “cocaina” – come accertato in seguito – , chiuse da scotch arancione, e la somma di danaro di € 625 in banconote di vario taglio. Tuttavia, tale “sopraggiunta disponibilità”, agli occhi degli agenti, non tornava… infatti, collideva col primo atteggiamento adottato dai coniugi, tutt’altro che collaborativo. Per tale ragione, ritenendo che la consegna spontanea della droga e dei soldi fosse, in realtà, uno “specchietto per le allodole”, gli operatori effettuavano comunque la perquisizione dell’appartamento. L’intuizione dei poliziotti si rivelava subito corretta: infatti, veniva rinvenuto un borsello contenente altre due bustine di cellophane trasparenti, nelle quali vi era sostanza bianco/gialla in pietre, e altre dosi di cocaina già confezionate e chiuse con il medesimo scotch arancione, oltreché la somma di € 1700, in banconote di vario taglio. Ancora, venivano rinvenuti nr. 2 bilancini di precisione perfettamente funzionanti e una macchinetta per la chiusura delle dosi, con sopra innestato un rotolo di scotch di colore arancione (perfettamente identico a quello utilizzato per confezionare le dosi) nonché altri due rotoli di riserva dello stesso colore.
Merita infine menzione il fatto che, durante le ricerche, all’interno del bagno ove la donna aveva tentato di rifugiarsi, venivano scoperti due “vani artigianali”, entrambi vuoti: trattavasi di due mattonelle rimovibili, site una sotto la vasca da bagno e l’altra tra il bidet e il water, che celavano un’intercapedine potenzialmente utile ad occultare lo stupefacente.
Oltre a tutto il materiale sopra indicato, gli agenti rinvenivano ben 25 stecche di sigarette di varie marche, ritenute “di contrabbando” in quanto prive di bollino del Monopolio di Stato.
Le successive verifiche sulla sostanza rinvenuta, effettuate dalla locale Polizia Scientifica, hanno permesso di qualificare il tutto come “cocaina” per un peso lordo complessivo di gr. 24,82.
Per i fatti sopra esposti, MEROLA Mario e DESIDERIO Immacolata sono stati tratti in arresto e, come disposto dal Pubblico Ministero di Turno, associati rispettivamente presso le Case Circondariali di S. Maria Capua Vetere e Pozzuoli (NA), per ivi rimanere a disposizione dell’A.G.
MADDALONI- L’intervento di Gaetano Correra (portavoce di Alternativa per Maddaloni) in merito all’approvazione della mozione approvata a maggioranza dal consiglio comunale sulla realizzazione di un impianto di compostaggio e/o biodigestore sul nostro territorio. Su questo argomenti farò alcune riflessioni. Innanzitutto ringrazio i consiglieri di opposizione, […]
In EvidenzaMADDALONI- L’intervento di Gaetano Correra (portavoce di Alternativa per Maddaloni) in merito all’approvazione della mozione approvata a maggioranza dal consiglio comunale sulla realizzazione di un impianto di compostaggio e/o biodigestore sul nostro territorio.
Su questo argomenti farò alcune riflessioni. Innanzitutto ringrazio i consiglieri di opposizione, del movimento politico Alternativa per Maddaloni e i 5 Stelle, per aver votato contro all’approvazione di questa mozione, ritenendo che la nostra comunità già fortemente penalizzata per la presenza di impianti inquinanti non debba essere ulteriormente mortificata, con altri impianti insalubri che peggiorerebbero la qualità della vita.
Vorrei invitare tutti quelli che, con faciloneria, hanno votato a favore a leggersi l’ultimo rapporto sulla Terra dei Fuochi dove viene detto, senza mezzi termini, che la mortalità per tumori è maggiormente concentrata nelle aree dove insistono gli impianti di trattamento dei rifiuti e siti inquinanti.
Sotto questo aspetto la città di Maddaloni è circondata in ogni lato (ex discarica di Lo Uttaro, Termovalorizzatore di Acerra, elettrodotto Matera-Santa Sofia, ex Cava Monti). E su Cava Monti vorrei fare una precisazione per qualche consigliere: la realizzazione dell’impianto di compostaggio non avrebbe risolto la gestione criminale dell’abbandono di rifiuti tossici.
Quindì la politica dovrebbe concentrare la sua azione nel richiedere con forza la bonifica dei siti.
Veniamo, comunque, ai motivi per i quali abbiamo manifestato la nostra contrarietà alla proposta
Prima riflessione: nel lontano 2005 il tema dell’impianto di compostaggio fù affrontato sulla base di un’idea progettuale esecutiva con valutazione dei benefici e dei costi che tale impianto avrebbe generato sul territorio.
Furono valutati sia gli impatti economici sia quelli ambientali e dopo un confronto serrato a cui parteciparono tutte le forze politiche fù deciso di abbandonare il progetto in quanto i danni ambientali e soprattutto alla salute, che sarebbe stati prodotti, avrebbero ulteriormente creato danni e peggiorato la qualità della vita dei nostri concittadini, facendo diventare la nostra città la pattumiera della provincia di Caserta e non solo.
Quindì la questione a suo tempo fù affrontata sia politicamente che amministrativamente con progetti reali e non con semplici prese di posizioni…. Mi sembra strano che i consiglieri che hanno votato contro possono essere additati come miopi dal punto di vista politico, credo invece che gli stessi consiglieri hanno mostrato una lungimiranza politica basata su dati di fatto e non su semplici dichiarazioni di principio.
Ma veniamo nel dettaglio di un eventuale impianto di compostaggio, facendo un piccolo richiamo alla dura presa di posizione assunta dai comuni limitrofi (San Nicola, San Marco e Caserta) quando si pensava di realizzare tale impianto in località Lo Uttaro. Forse, qualcuno ritiene che a differenze dei comuni limitrofi noi siamo dei geni?
Veniamo all’aspetto economico:
Per essere conveniente tale impianto dovrebbe trattare i rifiuti prodotti da almeno il 40% della popolazione della provincia di Caserta (parliamo di oltre 400.000 abitanti). Si immagini il numero di compattatori che dovrebbero transitare sul territorio con attrezzature non a tenuta e tutto il percolato che durante il tragitto fuoriesce dagli stessi compattatori, nonché l’olezzo emanato.
Immaginate i tempi di attesa per lo scarico dei compattori e l’olezzo che si sprigionerà sia dalle aree di attesa sia dall’impianto. Con i venti cha vanno in direzione del centro abitato saremo costretti a subire. Probabilmente come cittadini dovremo chiuderci dentro casa e quando dovremo uscire avremo bisogno dotarci di un Kit anti odore…. Se per qualcuno la salute dei nostri concittadini forse è secondaria, per noi invece rappresenta l’elemento principale del nostro agire politico
E’ stato affermato che l’impianto di compostaggio porterebbe ad una riduzione dei costi della Tari, trattasi una grande Bufala…
Vorrei ricodare a chi dichiara, sempre con la stessa faciloneria, tale ipotesi che probabilimente non conosce le dinamiche imprenditoriali sia pubbliche che private e che il prezzo del conferimento non viene determinato dall’ente ma dal mercato. Quindi, per assurdo potrebbe succedere che l’impianto che sarebbe realizzato potrebbe avere dei costi superiori rispetto a quelli di mercato….
Noi riteniamo che la nostra Città abbia già dato molto in termini ambientali e che altri impianti nocivi per la salute pubblica non possono essere realizzati.
Di fronte a tale presa di posizione vorremmo invitare la maggioranza a rendere partecipi i Cittadini sulla questione attraverso un referendum consultivo previsto dal nostro Statuto. La democrazia partecipata sarebbe un modo diverso dell’agire politica dove i cittadini possono essere realmente partecipi del loro avvenire in alcune materie.
Ho letto le dichiarazione del giovane segretario del PD. Dovrebbe documentarsi: su tale tema la posizione del partito è stata sempre contraria a partire dall’anno 2005 quando fu affrontata per la prima volta la questione, quindì dire che abbiamo cambiato la nostra posizione mi sembra abbastanza strano..
Vorrei inoltre ricordare al Segretario del PD, che è un’utopia pensare che si possa realizzare un impianto solo per il trattamento dei rifiuti della Citta Di Maddaloni. Quindì nel caso in cui si dovesse realizzare (ed in merito ho i miei dubbi) le quantità trattate saranno nettamente superiori a quelle prodotte dalla nostra comunità.
Invito, inoltre, l’opposizione a far fronte comune e chiedere all’amministrazione di svolgere il suo ruolo per rendere la città vivibile e chiarisco bene il concetto con alcune semplici domande che immagino che come le altre poste saranno inevase:
L’amministrazione ha mai contestato alla società di raccolta il mancato raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata che generano dei maggiori costi. Ha mai addebitato penali per tale ipotesi ?
L’amministrazione ha attivato una pesa pubblica per i rifiuti indifferenziati e per l’umido per essere certi che le quantità che paghiamo siano corrette?L’amministrazione comunale che ha approvato il Regolamento delle guardie Ambientali Comunali Volontarie, ci può dare un riscontro sulle attività svolte dalle Guardie Ambientali Regionale ? L’amministrazione ha mai fatto i controlli sui siti inquinanti Elettrodotto Matera-Santa Sofia, Termovalorizzatore di Acerra, Cava Monti, ex discarica Lo Uttaro, Antenne telefoniche, per capire quali siano gli impatti prodotti e dare garanzie ai cittadini sulla salvaguardia della salute pubblica?
Le domande sarebbero tante ma ci limitiamo solo ad alcune.
Per concludere e senza voler fare polemica politica, credo che i Consiglieri di Alternativa per Maddaloni ad oggi, a differenza di qualcuno, non hanno tradito il loro mandato elettorale perché intendono la politica quale passione civica e contributo per la comunità, e non sono mossi da altri interessi.
Alternativa per Maddaloni
ROMA- L’Ufficio Ispettivo Territoriale di Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha notificato alle società concessionarie autostradali di competenza le innovative linee guida per la sostituzione e la riqualificazione delle barriere di sicurezza installate sulle infrastrutture.Si tratta di un documento messo a punto […]
In Evidenza ItaliaROMA- L’Ufficio Ispettivo Territoriale di Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha notificato alle società concessionarie autostradali di competenza le innovative linee guida per la sostituzione e la riqualificazione delle barriere di sicurezza installate sulle infrastrutture.Si tratta di un documento messo a punto da un tavolo tecnico ad hoc, costituito dopo che, lo scorso 24 giugno, la Direzione generale Vigilanza autostrade del Mit ha prescritto a tutte le società concessionarie di procedere alla riqualificazione delle barriere di sicurezza. La finalità è quella di diminuire gli incidenti mortali su strada, come ad esempio quello che nel 2013 ad Acqualonga, Avellino, uccise 40 persone.Le linee guida emanate per le società concessionarie di competenza dell’Uit di Roma possono essere valide anche per tutte le strade e autostrade italiane e definiscono alcuni criteri che consentono di individuare le priorità degli interventi in base alla pericolosità delle arterie, grazie a un indice prestazionale generale che calcola velocità di progetto, incidentalità del tratto, classe di contenimento della barriera ed esposizione della strada stessa (ad esempio in prossimità di ferrovie, ospedali, scuole o aree urbanizzate).Anche così il Governo, tramite i tecnici del Mit, vuole dunque dare grande impulso alla messa in sicurezza delle infrastrutture, impartendo ai concessionari direttrici chiare e obbligandoli a sostituire, a partire dai tratti più pericolosi, le barriere di sicurezza vetuste esistenti con sistemi di nuova generazione più performanti.
CASERTA- (di Elio Bove) L’Università degli Studi della Campania potenzia l’offerta formativa, trovando piena disponibilitànella sua proposta di attivazione di corsi di laurea delle professioni sanitarie nonché la suddivisione fra le sedi centrali e periferiche dei posti attribuiti dal MIUR. Individuate anche le sedi periferiche, […]
Dalla Provincia In EvidenzaCASERTA- (di Elio Bove) L’Università degli Studi della Campania potenzia l’offerta formativa, trovando piena disponibilitànella sua proposta di attivazione di corsi di laurea delle professioni sanitarie nonché la suddivisione fra le sedi centrali e periferiche dei posti attribuiti dal MIUR. Individuate anche le sedi periferiche, i profili professionali per i quali hanno disponibilità ad ospitare corsi di laurea in sede decentrata e la disponibilità ad assumere a proprio carico l’onere finanziario derivante dall’attivazione e gestione dei corsi. Fissato anche il numero di allievi da assegnare alle sedi. Per le professioni sanitarie infermieristiche e professione sanitaria ostetrica, le sedi individuate sono: sede Napoli Università Vanvitelli, con 87 posti disponibili in Infermieristica; sede Asl Aversa, con 25 posti in Infermieristica; sede Ospedale San Sebastiano e S. Anna, con 30 posti in Infermieristica; sede Napoli Università Vanvitelli, con 20 posti disponibili in Ostetricia; sede Ospedale San Sebastiano e S. Anna, con 20 posti disponibili in Ostetricia; sede Ospedale San Sebastiano e S. Anna, con 35 posti disponibili in Infermieristica Pediatrica; sede Napoli Università Vanvitelli, con 16 posti disponibili in Fisioterapia; sede Napoli Università Vanvitelli, con 20 posti disponibili in Tecnica della riabilitazione psichiatrica;sede Napoli Università Vanvitelli, con 35 posti disponibili in Terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva; sede Napoli Università Vanvitelli, con 10 posti disponibili in Ortottica ed Assistenza Oftalmogica; sede Napoli Università Vanvitelli, con 20 posti disponibili in Tecniche di Laboratorio Biomedico; sede Asl Marcianise, con 15 posti disponibili in Tecniche di Laboratorio Biomedico; sede Napoli Università Vanvitelli, con 9 posti disponibili in Tecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia; sede Napoli Università Vanvitelli, con 8 posti disponibili inTecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia; sede Napoli Università Vanvitelli, con 15 posti disponibili in Igiene dentale; sede Napoli Università Vanvitelli, con 20 posti disponibili in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. I corsi saranno attivati in accordo come da Protocollo d’Intesa tra la Regione Campania e l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.
MADDALONI- Epilogo clamoroso. Ma è anche la conclusione che nessuno si auspicava. Il sindaco Andrea De Filippo avvia un’azione giudiziaria contro i proprietari della ex cava tufacea che ha innescato la frana che ha inghiottito oltre tre mesi fa via Carrarone III tratto. Per la […]
Cronaca In Evidenza
MADDALONI- Epilogo clamoroso. Ma è anche la conclusione che nessuno si auspicava. Il sindaco Andrea De Filippo avvia un’azione giudiziaria contro i proprietari della ex cava tufacea che ha innescato la frana che ha inghiottito oltre tre mesi fa via Carrarone III tratto. Per la cronaca una famiglia è rimasta isolata e diecine di aziende agricole sono in seria difficoltà. Si temevano che le vie Le vie della burocrazia fossero infinite. Invece, le autorizzazioni sono arrivate (Genio civile e pure dell’Arpac). Arpac inoltre ha emanata chiare direttive sull’utilizzo dei materiali riciclati controllati. Al momento, si è bloccato tutto.
Sindaco cosa sta succedendo?
Dopo una lunga mediazione. Dopo avere atteso, come è anche doveroso, che venissero fatti tutti gli atti preliminari. Abbiamo poi pazientato. Abbiamo assistito e sentite le giuste ragioni dei cittadini danneggiati. E infine abbiamo sollecitato ad intervenire. Ora a tre mesi, l’ordinanza urgente e contingibile non può essere congelata e nè subordinata ad ulteriori lungaggini non meglio precisate. La denuncia all’autorità giudiziaria è necessaria, dovuta e giuridicamente consequenziale.
Siamo passati dal regime di collaborazione a uno di scontro?
Ebbene, non dobbiamo inventare nulla. Ma solo applicare in maniera giudiziosa e precisa le norme. Il sindaco di Maddaloni è chiamato a difendere i diritti dei più deboli. I disagi già sono insostenibili. I disagi prolungati sono intollerabili.
Sindaco calendario alla mano si rischia di scivolare verso settembre per un intervento…
E’ anche la nostra preoccupazione. Infatti, non si può più perdere tempo. Gli interventi vanno fatti. Non lo dice Andrea de Filippo, lo prescrivono le norme.
MADDALONI- (di Elio Bove) Dopo il sì del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla realizzazione dell’Alta velocità Torino–Lione, il Movimento 5 Stelle punta a fermare l’opera. Eppure il premier Conte è stato chiaro: “Non realizzare l’opera (Tav), adesso costerebbe più che farla”. Decide quindi il […]
Dalla Regione In Evidenza ItaliaMADDALONI- (di Elio Bove) Dopo il sì del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla realizzazione dell’Alta velocità Torino–Lione, il Movimento 5 Stelle punta a fermare l’opera. Eppure il premier Conte è stato chiaro: “Non realizzare l’opera (Tav), adesso costerebbe più che farla”. Decide quindi il Parlamento: al Senato è stata depositata la mozione del Movimento, che impegna il Parlamento a bloccare la realizzazione del Tav Torino-Lione. Le priorità sono altre e a spiegarcele è l’On. Antonio Del Monaco, portavoce del territorio.
“Sono contro la Tav, perché non servirà a nulla. Un’opera costosa, che non porterà nessun beneficio. Va programmato un diverso uso delle risorse da destinare ad opere pubbliche alternative, maggiormente utili ed urgenti, in tutto il territorio italiano”.
Quali?
“Servono infrastrutture che uniscono l’Italia. I problemi sono tanti, basti pensare a quanto tempo ci vuole da Lecce per arrivare a Roma. Non c’è solo questo, se si pensa anche al tempo che ci vuole per arrivare da Reggio Calabria a Napoli e a Roma. Sui collegamenti per unire la Sicilia, siamo da una vita a discutere. Se proprio dobbiamo utilizzare i soldi pubblici, facciamolo nell’esclusivo interesse della nazione, con infrastrutture che una volta per tutte hanno il solo obiettivo di risolvere i problemi tra il nord e il sud del Paese. E’ questa la priorità. Dobbiamo smetterla con la storiella che siamo contrari alle grandi opere. Siamo solo contrari alla Torino – Lione, che è cosa ben diversa”.
Un’opera diversa, ma soprattutto inutile e costosa per l’Italia. E’ così?
“Aggiungo anche svantaggiosa e di rottura, in questo particolare momento della vita politica in Italia. Il Movimento 5 Stelle va avanti per la sua strada e non faremo passi indietro. E’ inutile aggiungere che questo acuirà le frizioni in maggioranza, ma bisogna dimostrare da che parte si vuole stare. Quando si voterà la mozione avremo tutti le idee più chiare”.
Così si corre il rischio di un totale isolamento e di essere accusati di tradimento. La mozione serve solo a salvare la faccia, secondo qualcuno.
“Serve a dimostrare da che parte siamo. Siamo per il no, come lo siamo sempre stati. Come voteranno gli altri e con chi, questo è il problema. Saremo sconfitti? Sarà una sconfitta onorevole e che ci fa essere fieri delle nostre battaglie. Noi non abbiamo affatto tradito l’elettorato della Val di Susa. Se la nostra mozione non passa, saremo solo sconfitti”.
Nell’ambito di più ampia ed articolata indagine diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in relazione alla problematica di emergenza ambientale della c.d. “Terra dei Fuochi”, i Carabinieri forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di […]
Dalla ProvinciaNell’ambito di più ampia ed articolata indagine diretta dalla Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in relazione alla problematica di emergenza ambientale della
c.d. “Terra dei Fuochi”, i Carabinieri forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale,
Agroalimentare e Forestale di Caserta –N.I.P.A.A.F., e della Stazione Carabinieri Forestale di
Marcianise, nella circostanza collaborati da militari della Compagnia di S. Maria C.V., hanno
proceduto d’iniziativa all’arresto di tre soggetti, G.P., G.S. e A.A.F., ritenuti responsabili, a vario
titolo e con distinte modalità comportamentali, del delitto di combustione illecita di rifiuti e di
trasporto dei medesimi in funzione del loro successivo abbruciamento.
All’arresto si giungeva a seguito di una mirata attività di osservazione e di pedinamento che si
svolgeva nei confronti di G.P., soggetto già noto ai militari forestali in quanto destinatario di
molteplici precedenti interventi. In data 28.12.2018, infatti, era già stata posta in sequestro un’area
sita in zona adiacente al mercato ortofrutticolo di San Tammaro, da G.P. utilizzata per attività illegale
di raccolta, trattamento e commercializzazione di rifiuti, costituiti da imballaggi per prodotti
ortofrutticoli, ovvero cassette in plastica ed in legno, nonché al sequestro penale di due autocarri
utilizzati per l’illecito trasporto.
In quella circostanza venne pure tratto in arresto K.J.M., di anni 21, originario del Gambia, un
dipendente di fatto di G.P., sorpreso in flagranza di reato mentre si accingeva, all’interno della
predetta area, ad appiccare il fuoco ad un cumulo di rifiuti depositati sul suolo, costituiti dalle cassette
in disuso non commercializzabili, come, d’altro canto, gli era stato “ordinato” dallo stesso G.P. La
combustione illecita dei rifiuti avveniva su una superficie di circa 5 mq all’interno dell’area recintata benché,
oltre a tale cumulo, gli agenti forestali intervenuti riscontrava altro accumulo già combusto di circa 4 mq le
cui ceneri, al tatto, risultavano ancora calde, indicative, dunque, di una recente combustione.
All’epoca, i militari forestali del Nucleo Investigativo di Caserta e quelli della Stazione Carabinieri
Forestale di Marcianise procedevano al sequestro preventivo della suddetta area, dell’estensione di
circa 2000 mq, sita in agro del Comune di San Tammaro, alle spalle del mercato ortofrutticolo, ove,
si verificava anche la presenza di migliaia di rifiuti costituiti da cassette in legno ed in plastica pronti
alla commercializzazione, nonché alla combustione.
A partire da tale data, l’allora indagato G.P., nominato custode giudiziario in costanza di sequestro,
poneva in essere numerose violazioni ai doveri di custodia, sottraendo gli imballaggi presenti nel
deposito allo scopo di commercializzarli, e violando materialmente i sigilli di Stato apposti
all’ingresso dell’area posta in sequestro, onde favorire l’ingresso ad essa, servendosi, più volte, anche
degli autocarri per i quali vigeva il vincolo reale.
In una prima fase, dunque, l’attività investigativa svolta dai militari forestali, si era conclusa con il
sopracitato arresto di K.J.M. e con il deferimento all’Autorità Giudiziaria di cinque soggetti, tra cui
lo stesso G.P. che, avvalendosi della materiale collaborazione di altri suoi dipendenti di fatto,
soprattutto di origine straniera, svolgeva l’attività abusiva di raccolta, trasporto e
commercializzazione degli imballaggi per prodotti ortofrutticoli, gestendo, al pari illegalmente, i
relativi rifiuti derivanti da detta attività, procedendo, altresì, al loro illegale smaltimento mediante
l’accensione di “roghi tossici” in zona, per di più, a vocazione agricola e di fatto oggetto di
coltivazione, con potenziali conseguenze sulla salubrità dei prodotti ortofrutticoli ivi coltivati.
Ciò chiarito, il mirato servizio di polizia giudiziaria svolto dai militari forestali nel fine settimana
appena trascorso, consentiva di verificare che, ancora una volta, in area adicente al mercato
ortofrutticolo di San Tammaro, uno degli autocarri posti in sequestro giudiziario continuava ad essere
utilizzato da G.P., nominato custode del mezzo, che, avvalendosi di suoi complici nella fase del carico
dei rifiuti, si apprestava a trasportarli altrove al fine di trarre un plurimo profitto illecito costituito, in
parte dalla commercializzazione dei rifiuti, ossia le cassette in buono stato, in parte dal risparmio sui
costi di smaltimento di rifiuti non riutilizzabili, in quanto cassette in disuso o danneggiate.
Le pattuglie forestali, in accordo con l’Autorità Giudiziaria sammaritana, nella mattinata scorsa
procedevano al pedinamento dell’autocarro già posto in sequestro penale che, guidato da G.P., e con
a bordo altro soggetto successivamente identificato in G.S., da San Tammaro si portava in zona rurale
di Grazzanise, fino a raggiungere un’area di circa 700 mq adiacente un’azienda agricola sita alla Via
La Quercia, loc. Campo Izzo ove, altro complice, A.A.F., era lì presente intento ad alimentare il fuoco
acceso in cinque fusti di ferro proprio con i rifiuti costituiti da cassette di legno in disuso ed altro
materiale, verosimilmete plastico, a causa del fumo di colore scuro che si sprigionava da uno di detti
contenitori. In loco si rinveniva, altresì, un ulteriore fusto in ferro colmo di materiale, anche di tipo
plastico, pronto per essere dato alle fiamme.
Inoltre, la riscontrata presenza di un voluminoso cumulo di cenere avvolto in un telo plastificato e di
altri svariati fusti di ferro colmi di ceneri, era sintomatica di precedenti e reiterati abbruciamenti.
Erano anche presenti nell’area accatastamenti di cassette in legno impilate, del volume ragguagliato
di metri cubi 300 circa, verosimilmente pronte per essere vendute, ancorché costituenti rifiuti, nonché
cumuli di cassette in plastica quantizzabili in metri cubi 400 circa. Infine, su una superficie di circa
150 metri quadrati insistevano ulteriori cumuli di cassette in plastica ed in legno poste alla rinfusa, e
dunque non più riutilizzabili, anch’esse pronte per essere bruciate.
A bordo del cassone dell’autocarro Fiat Iveco erano presenti altri 10 metri cubi di rifiuti della
medesima tipologia, pronti per essere scaricati e dati alle fiamme.
La predetta area, di circa 700 mq, compresiva dei rifiuti descritti, veniva posta in sequestro dai
militari forestali collaborati, in tale frangente, dai militari della radiomobile di S. Maria C.V., mentre
l’autocarro, oggetto di precedente provvedimento di cautela reale, veniva risequetrato ed affidato in
custodia a Ditta autorizzata, sottraendolo definitivamente alla disponibilità di G. P.
Per i motivi descritti, i militari forestali procedevano all’arresto in flagranza di reato di: G.P., di anni
54, residente a S. Maria C.V., e S.G., di anni 37, domiciliato a Sn Tammaro, per avere, in concorso
tra di loro, trasportato rifiuti, costituiti da cassette in plastica-in legno e in cartone, in funzione della
successiva illecita combustione, presso l’area adiacente l’azienda agricola sita in Grazzanise (CE),
Via La Quercia, loc. Campo Izzo, ove A.A.F.., di anni 53, ivi residente, era intento a smaltirli
illegalmente mediante illecita combustione. I predetti soggetti venivano posti agli arresti domiciliari
presso le proprie abitazioni e nella giornata di ieri il GIP del Tribunale di S. Maria C.V., convalidati
gli arresti, disponeva nei confronti di G.P., la misura degli arresti domiciliari, in ragione del pericolo
di reiterazione dei reati della medesima specie di quelli già perpetrati, anche in considerazione delle
molteplici violazioni di sigilli poste in essere dall’indagato; per A.A.F., la misura cautelare
dell’obbligo di presentazione presso la Stazione Carabinieri di Grazzanise, con cadenza di due volte
a settimana, emergendo chiaro che l’utilizzazione del terreno nella disponibilità di A.A.F. per la
combustione dei rifiuti non era stata casuale ma previamente concordata con G.P.
La vicenda descritta evidenzia come la tecnica criminale posta in essera da G.P. fosse studiata in
ogni minimo dettaglio: infatti, in ragione degli interventi operanti nel tempo dai Carabinieri Forestali
e del vincolo del sequestro apposto sull’area di sua proprietà e sugli automezzi utilizzati per il
trasporto illecito dei rifiuti, l’uomo, li raccoglieva e li commercializzava nel piazzale prospiciente il
mercato ortofrutticolo di San Tammaro, ovvero su suolo pubblico. Incurante dei provvedimenti
giudiziari emessi dall’A.G., lo stesso, avvalendosi di manodopera prevalentemente straniera e non
regolare, con altri complici, trasporava detti rifiuti da San Tammaro fino a raggiungere una zona
rurale e di difficile visibilità sita in Grazzanise, ove, in collaborazione con ulteriore suo complice,
avveniva la gestione illecita dei rifiuti ed il loro smaltimento mediance abbruciamento. La
combustione illecita di detti rifiuti, sia lignei che plastici, per non destare le attenzioni di chicchessia,
avveniva, poi, in bidoni in ferro la cui funzione è notoriamente quella di contenere l’abbruciamento
ed il fumo. I bidoni già pronti per la combustione, contenenti cassette in plastica in disuso, e le
notevoli quantità di ceneri verificate dai militari operanti sull’area, dimostrano, infine, come, in
maniera reiterata, si ricorresse alla tecnica criminale dello smaltimento illecito dei rifiuti medinate
l’accensione dei ccdd “roghi tossici”.
Il contrasto a tale fenomeno illecito, costituisce uno dei principali obiettivi istituzionali dei
Carabinieri Forestali, Reparto specializzato dell’Arma in materia ambientale, e rientra nelle priorità
della Procura della Repubblica di S. Maria C. V.