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Politica
Tocca ad Enzo Mataluna guidare «Sbilanciamoci». L’ex vice-sindaco, più volte assessore, ormai gestore delle politiche sociali afferenti alle 328 da oltre un decennio, è stato nominato presidente di un’associazione che non è un partito ma un «progetto aperto” ovvero un «Cantiere per e su la città». Ecco le linee guida di un programma politico che si muove su un doppio binario: da una parte rinnovare il gusto alla partecipazione politica e interrompere la fuga nel privato perchè «c’è democrazia compiuta se c’è partecipazione consapevole». Diversamente, si continuerà offrire uno spettacolo davvero poco edificante con la politica che si mostra incapace di garantire il minimo indispensabile in termini di qualità sociale, assenza di partecipazione e dibattito pubblico sulla città e sul suo destino, così come sui programmi e sulle soluzioni da mettere in campo. Ecco il manifesto fondativo di «Sbilanciamoci»: Contro questa deriva riteniamo necessario avviare un confronto con i tanti temi e problemi della città e del governo locale. E lo faremo nello spirito di produrre analisi rigorose e idee quanto praticabili, senza rinunciare alla prospettiva del cambiamento e senza temere di sostenere scelte radicali.
In pratica, si tratta di realizzare un vero e proprio programma di governo della città improntato alla declinazione e alla concretizzazione delle parole chiave: sostenibilità, uguaglianza, inclusione, partecipazione, solidarietà, diritti.
Data la natura dei problemi abbiamo bisogno di politiche urbane che siano integrate, capaci di adottare una prospettiva a medio-lungo termine, mobilitanti di tutte le risorse cognitive e operative disponibili, fondate su dati di conoscenza e di esperienza. Occorrono politiche urbane che siano intrinsecamente sostenibili e mirate alla produzione di coesione sociale. L’incapacità di farvi fronte ricadrebbe come un macigno sulle opportunità delle future generazioni».
Alle 16:30 in Piazza Vittoria a Maddaloni farà tappa la Maratona per il Si ideata dal coordinatore regionale di Ncd e sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano. All’incontro, oltre al coordinatore Gioacchino Alfano, parteciperà anche la coordinatrice cittadina Avv. Rosaria Bove. “Il nostro obiettivo – commenta […]
PoliticaAlle 16:30 in Piazza Vittoria a Maddaloni farà tappa la Maratona per il Si ideata dal coordinatore regionale di Ncd e sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano.
All’incontro, oltre al coordinatore Gioacchino Alfano, parteciperà anche la coordinatrice cittadina Avv. Rosaria Bove.
“Il nostro obiettivo – commenta Bove – è spiegare la riforma e far comprendere la sua importanza per il futuro del Paese”.
Ai cittadini di Maddaloni Volevo raccontare di questa storia che ancora non riesco a metabolizzare Ad agosto, quando mi fu notificata la mia posizione di quiescenza a partire dal 1 sept.2016, ho avuto subito un pensiero: pormi a disposizione, IN MANIERA DEL TUTTO GRATUITA, del […]
In EvidenzaAi cittadini di Maddaloni
Volevo raccontare di questa storia che ancora non riesco a metabolizzare
Ad agosto, quando mi fu notificata la mia posizione di quiescenza a partire dal 1 sept.2016, ho avuto subito un pensiero: pormi a disposizione, IN MANIERA DEL TUTTO GRATUITA, del Villaggio dei Ragazzi.
Porto questa istituzione nel cuore perché io mi considero culturalmente ed educativamente figlio di don Salvatore d’Angelo.
Fosse vissuto in altra parte d’Italia, magari asservito ad altri padroni, l’istituzione di don Salvatore avrebbe avuto ben altra fama e” il prete” sarebbe finito nei libri di pedagogia.
Ora però il Villaggio versa in una crisi profondissima e il generale Alineri, bravissimo nel riordino gestionale e nel mettere a posto i conti, non penso abbia anche le conoscenze didattico-educative per far rinascere le Scuole che sono state il vanto della fondazione e che ora hanno perso centinaia di iscritti.
Mi presentavo con un palmares di tutto rispetto: 14 anni di presidenza, e il salvataggio del Liceo Scientifico di Maddaloni, portato da 850 a 1400 alunni, quello della Ragioneria di Santa Maria Capua Vetere,portata da 430 a più di mille alunni in sei anni,ed infine la conduzione del prestigioso Convitto Nazionale,portato al centro del territorio e raddoppiato per numero di iscrizioni. Con questo background mi presentavo conscio che comunque i capi d’istituto designati avevano fatto tutto il possibile,ma carisma e leadership non si comprano al supermercato.
Il colloquio col generale fu franco e cortese,gli offrii anche di tenere qualche lezione,sempre gratuitamente, agli alunni delle classi terminali,di storia,italiano e Costituzione,mi licenziò promettendomi di risentirci,ma non ho avuto più riscontro Io ritengo di avere fatto il mio dovere verso uno cui sentivo di avere un debito di riconoscenza,so che gli Iscritti quest’anno sono anche meno,faccio gli auguri al Villaggio,ma è inutile dire che sono rammaricato
Preside Michele Vigliotti
Importanti aggiornamenti inerenti alla notizia pubblicata stamane Clicca per leggere Prende quota l’ipotesi del suicidio. Il cadavere dell’uomo , N.C del 52 di Napoli , è stato trovato all’esterno della vettura e poco distante una tanica di benzina. Ovviamente saranno gli inquirenti a decretare le […]
Cronaca
Importanti aggiornamenti inerenti alla notizia pubblicata stamane
Clicca per leggere
Prende quota l’ipotesi del suicidio.
Il cadavere dell’uomo , N.C del 52 di Napoli , è stato trovato all’esterno della vettura e poco distante una tanica di benzina.
Ovviamente saranno gli inquirenti a decretare le cause del movente , in attesa dell’esame autoptico.
Chi ha trovato il corpo già senza vita dell’uomo , è stato un dipendente della cava che sorge nei paraggi.
Grande scalpore e sconcerto a Maddaloni Superiore. Nell’area collinare antistante la stazione ferroviaria dismessa è stato trovato il corpo di un uomo dato alle fiamme. Sul posto sono in corso gli accertamenti di Carabinieri e Polizia. L’uomo, che viaggiava a bordo di un’Opel, è […]
CronacaIn questi ultimi giorni di campagna dobbiamo pensare a come rendere realmente produttiva la nostra propaganda, bisogna privilegiare i fini sui mezzi ovvero tendere a conquistare i voti degli indecisi tra coloro che possiamo raggiungere e recuperare al No coloro che intendono astenersi. C’è tanta […]
PoliticaIn questi ultimi giorni di campagna dobbiamo pensare a come rendere realmente produttiva la nostra propaganda, bisogna privilegiare i fini sui mezzi ovvero tendere a conquistare i voti degli indecisi tra coloro che possiamo raggiungere e recuperare al No coloro che intendono astenersi.
C’è tanta gente che è disinformata e indifferente nei riguardi del referendum, molti che sono orientati a non votare e molti, anche tra le nostre classi di riferimento, orientati a votare Sì a causa del bombardamento mediatico che sostiene il sì, da un lato come se fosse una spinta decisa per il cambiamento, per modernizzare l’Italia, dall’altro quale fosse un fattore di indebolimento della ‘casta’ e dei relativi privilegi.
E’ vero che noi abbiamo fortissime ragioni di merito ma dobbiamo anche demolire e rovesciare le false motivazioni del Sì.
Occorre, quindi, che siamo attrezzati per ‘dialogare’ con la gente, sia direttamente, sia attraverso i social media, al fine di ‘smascherare’ quella che è solo propaganda.
Questo referendum deciderà il metodo, le procedure atte a snellire gli organi che devono legiferare, a velocizzare e semplificare le operazioni parlamentari, ecc.
I sostenitori del sì, però, non ci dicono come intendono utilizzare queste nuove procedure ma soprattutto non dicono per FARE CHE COSA. Aumenteranno o no (con decisioni più veloci e meno parlamentari) i salari e le pensioni? Ci sarà una più rigorosa difesa della natura, del suolo, ecc. o continuerà la devastazione, la speculazione edilizia e così via? Sarà ripristinato il diritto alla tutela gratuita della salute o si continuerà con un degrado della sanità che tutti lamentano e che ha perfino visto aumentare la mortalità?
Questi interrogativi si possono porre su tutte le questioni più salienti che riguardano gli interessi e la vita concreta delle persone.
Volendo parlare per metafore, è come se si facesse un referendum sul telecomando: c’è chi propone di sostituire quello che abbiamo con uno più maneggevole, più veloce nel cambiare i canali ma non si parla mai delle trasmissioni, ovvero dei programmi televisivi che dovremmo guardare con questo telecomando migliore, più nuovo e moderno. Tanto silenzio sui programmi e tanto affannoso accanimento, invece, sul cambio del mezzo per girare canale.. dovrebbero già far riflettere.
Non è che il telecomando serve per obbligarci a vedere delle trasmissioni tanto brutte che è bene evitare di parlarne e che sostituiranno quelle che oggi guardiamo volentieri?
E’ necessario, invece, legare il referendum alle enormi questioni sociali e salariali aperte in questo paese e delle quali, ovviamente, nessuno nel main stream fa menzione. Quale sanità, quali salari, quali tutele, quali scelte industriali per il paese con quella riforma?
Da qualche tempo è tutto un susseguirsi di annunci di bonus, chiusura di Equitalia con rinuncia di interessi, pensioni anticipate, migliaia di assunzioni, ultimamente, addirittura, si è inscenato un falso braccio di ferro con l’UE. E’ evidente che questi sono strumenti di propaganda per aiutare la vittoria del SI, d’altra parte Renzi disse che se avesse perso il referendum non sarebbe rimasto al governo. E’, quindi, normale che il governo faccia tutto ciò che è in suo potere per vincere.
Tutti riconoscono che le misure suddette costano miliardi. La domanda che dobbiamo porci e porre al fronte avversario è: perché spendono miliardi “solo” per risparmiare 50 milioni di cosiddetti “costi della politica”? Basterebbe acquistare un F 35 in meno per avere un risparmio pari a quello che la riforma costituzionale otterrebbe in 10/15 anni.
E’ allora del tutto evidente che la vittoria del Sì certamente non serve a ridurre i “costi della politica” ma ha ben altri obiettivi, che -appunto- non vengono detti esplicitamente.
Del resto il potere finanziario e politico internazionale è in blocco schierato per il Sì, perfino in modo eclatante o inusuale: Obama, esponenti della UE, la Confindustria, singoli monopolisti finanziari, nonché quegli organi di stampa (e simili) notoriamente espressione degli interessi del grande potere economico internazionale (come il Financial Times).
Possibile che tutte queste forze si affannino tanto solo per ridurre di un misero 20% il numero dei nostri parlamentari e farci risparmiare un euro a testa all’anno sui “costi della politica”? No, perciò è bene indagare su quali siano, invece, davvero i loro interessi.
Ce n’è abbastanza per sospettare che i veri potenti (ai quali oggi i parlamentari, nella stragrande maggioranza, rispondono) escano rafforzati dalla vittoria del Sì: i burattinai sacrificano qualche burattino per avere più potere e profitti.
A questo proposito è necessario sottolineare che sul versante del NO non si registra la presenza di banchieri, industriali, esponenti del grande potere finanziario internazionale.
Quando il fronte del Sì ci accusa per la variegata composizione del fronte del NO, nel quale si trovano anche forze contrapposte, dobbiamo rivendicare con la diversità dell’analisi, l’autonomia della nostra campagna e rispondere che loro, in effetti, non sono tanto eterogenei come il nostro campo: chi vuole la vittoria del Sì sta da una parte sola: quella del potere, che vuole umiliare la democrazia del nostro paese e con essa il lavoro, azzerando, quindi, il diritto al futuro dei nostri giovani.
Per farsi un’idea di come andrà a finire se vince il Sì, consideriamo che c’è una parte notevole della Costituzione che non è mai stata applicata o, comunque, non si realizza oggi nella vita concreta.
Oltre all’articolo 1 basta ricordare il 2, il 4 e alcuni per esempio compresi tra il 30 e il 38. Si tratta, fra l’altro, del compito per lo Stato di rimuovere ogni ostacolo alla piena uguaglianza dei cittadini, di assicurare il libero e pieno svolgimento della personalità umana, della facoltà di confiscare di beni privati quando è preminente l’interesse collettivo di cittadini e lavoratori.
La Costituzione stabilisce che le retribuzioni dei lavoratori devono assicurare una vita libera e dignitosa.
E’ strano che si consideri vecchio e obsoleto ciò che (foss’anche essere un’automobile) non si è mai utilizzato. In ogni caso, la vittoria del Sì non servirà certamente a realizzare la parte “abbandonata” della Costituzione, anzi servirà ad allontanarci ancor di più dai valori e dai contenuti costituzionali di cui sopra.
A proposito della maggiore velocità nell’approvare le leggi (posto che rimane intatto l’interrogativo su QUALI leggi e per fare CHE COSA) nel caso di vittoria del Sì, si ricordi che l’odiosa legge Fornero è stata approvata in 19 giorni e che la stessa maggioranza renziana, negli ultimi due anni, ha approvato rapidamente -vantandosene apertamente- diversi provvedimenti ignobili, ricorrendo anche ai voti di fiducia e alle nuove norme “canguro” che consentono di eliminare tutti gli emendamenti.
Quello che è certo è che il nesso tra riforma e leggi elettorali maggioritarie renderà concreta la possibilità che un ristrettissimo gruppo di potere -benché sostenuto da un’esigua minoranza di elettori- possa “nominare” una grande maggioranza di parlamentari, i quali decidono il presidente della repubblica, parte dei componenti della corte costituzionale e parte dei componenti del CSM, di cui presidente è il solito capo dello stato, che a sua volta nomina il vicepresidente (dirigente effettivo del CSM).
Insomma, una ristrettissima élite avrebbe saldo in mano tutto il potere, privo di qualsiasi controllo o contrappeso (poiché in grado di condizionare gli appositi organi costituzionali) e da questa posizione avrebbe la possibilità di cambiare ulteriormente la Costituzione, impunemente, compresi i principi fondamentali, anche attraverso il potere che con quei numeri eserciterebbe sui mezzi di informazione.
Alla luce di queste ultime questioni, è assai più inquietante considerare che siamo ad un referendum su modifiche alla Costituzione decise da un governo “non eletto”, approvate da un parlamento incostituzionale, in cui ha la maggioranza (illegittima) un partito che non aveva nel suo programma queste modifiche.
La verità è che con il Sì c’è l’evidente pericolo del NON RITORNO. Esattamente il contrario della propaganda renziana secondo cui con la “deforma” si cambia finalmente il paese mentre con il NO non si rinnoverà mai più nulla. Se vince il Sì, invece, c’è il pericolo che NON SI POSSA TORNARE INDIETRO, sia rispetto a un determinato gruppo di potere, sia rispetto ai contenuti e alle condizioni precarie di vita da esso imposte a chi lavora e a chi è in difficoltà.
Un sistema di potere così pericoloso e accentrato, potrà dipendere -almeno inizialmente- da un piccolissimo numero di elettori. Basti ricordare che il recente ballottaggio per il sindaco di Milano, per esempio, è stato deciso da 1/100 circa dell’elettorato. Chi è in grado di condizionare (illegittimamente e illegalmente) anche solo 1/100 degli elettori, potrà decidere chi vincerà le elezioni e prenderà quel tipo di potere voluto dalla “deforma”.
Dopo la vittoria del Sì sarà senza precedenti il pericolo che poteri criminali possano decidere le sorti del paese. Non risulta che esponenti mafiosi, al momento, si siano espressi sul referendum -a differenza del presidente Obama, di banchieri, di finanzieri, ecc.- ma possiamo immaginare come voteranno e soprattutto come ‘faranno votare’. Il pericolo di NON RITORNO è che vada al potere un ristrettissimo gruppo (con un “capetto”) condizionato da poteri criminali e che sia un fantoccio di potenze straniere o sovranazionali che usano tale gruppo per calpestare l’autonomia di questo paese e fare i propri comodi a spese delle sue risorse. Il voto al NO è un gesto che vale, dunque, anche per la difesa dell’indipendenza e della libertà dell’Italia. Del resto per avere un’idea di quello che ci aspetterebbe basta accennare al TTIP, al pericolo di sottrazione alla giustizia italiana della giurisdizione sulle grandi multinazionali, o ricordare il caso che ha coinvolto la ministra Guidi e che riguarda la corruzione operata da industrie petrolifere straniere, senza dimenticare la costante espropriazione del nostro apparato produttivo: solo recentemente 400 grandi imprese sono finite in mani straniere.
Il tema della privazione della sovranità nazionale è tristemente attuale, infatti la modifica di ‘certe costituzioni’ è stata esplicitamente richiesta dalla J.P. Morgan e burocrati della UE hanno già imposto gravi ed ingiusti sacrifici (tra i quali la legge Fornero del luglio 2011) per i quali hanno indicato anche le PROCEDURE (guarda un po’!) parlamentari da seguire. Non possiamo, noi comunisti, accettare che l’Italia sia ridotta a colonia, sia pure di tipo nuovo, attraverso una costituzione compatibile ai dettami di UE e J.P. Morgan.
Per tutti i motivi fin qui ricordati, è la vittoria del NO il vero colpo ai vecchi equilibri ed interessi, ai potenti e ai privilegi, l’unico risultato che potrebbe (sia pure non da solo) contribuire ad una ventata di rinnovamento. Chi vuole tenere aperta la strada al nuovo e al cambiamento deve votare e votare NO anziché credere alla propaganda del Sì.
ANCORA UNA VOLTA NON SI È GIUNTI AD UN’INTESA… TUTTO RIMANDATO ALL’INCONTRO CONVOCATO PER IL PROSSIMO 5 DICEMBRE 2016 PRESSO IL MINISTERO DEL LAVORO. Nella giornata del 29 Novembre 2016, presso il MISE, si è svolto un incontro presieduto dal Vice Ministro On. Teresa Bellanova, […]
In EvidenzaANCORA UNA VOLTA NON SI È GIUNTI AD UN’INTESA…
TUTTO RIMANDATO ALL’INCONTRO CONVOCATO PER IL PROSSIMO 5 DICEMBRE 2016 PRESSO IL MINISTERO DEL LAVORO.
Nella giornata del 29 Novembre 2016, presso il MISE, si è svolto un incontro presieduto dal Vice Ministro On. Teresa Bellanova, le società Cementir e Cementir Sacci, le organizzazioni sindacali di categoria FILCA CISL – FILLEA CGIL – FENEAL UIL.
Le società Cementir e Cementir Sacci hanno ribadito la disponibilità ad utilizzare solo la CIGS per le aree industriali di crisi complessa (sito di Taranto). Mentre per quanto riguarda altri siti produttivi verranno proposte nuove opportunità di lavoro o all’interno del gruppo oppure per la maggioranza presso società terze.
Le organizzazioni sindacali hanno espresso contrarietà al piano di riorganizzazione e conseguenti procedure di mobilità, in particolare rispetto al numero è ai criteri di individuazione degli esuberi derivati principalmente da processi di esternalizzazioni.
Ecco il verbale della seduta
Dopo un lungo confronto didattico e teorico, svolto sotto l’attento coordinamento della prof. Maria Zampella, le studentesse del Liceo Linguistico del ‘Villaggio’, sono scese in campo in occasione della Giornata Internazione della “Violenza contro le donne”. Lo hanno fatto sceneggiando, scrivendo, interpretando e realizzando due […]
Eventi
Dopo un lungo confronto didattico e teorico, svolto sotto l’attento coordinamento della prof. Maria Zampella, le studentesse del Liceo Linguistico del ‘Villaggio’, sono scese in campo in occasione della Giornata Internazione della “Violenza contro le donne”. Lo hanno fatto sceneggiando, scrivendo, interpretando e realizzando due video dove si affronta il drammatico problema del femminicidio.
“L’amore non è possesso, ma rispetto reciproco” è stato il filo rosso che ha legato i due lavori presentati in occasione della giornata a tema organizzata dall’Associazione A.Na.Vo Onlus di Maddaloni.
I due video hanno lo scopo di sensibilizzare giovani ed adulti su un tema attuale, cruento e drammatico. Un lungo lavoro, quello svolto dalle allieve della scuola diretta dalla prof. Giovanna D’Onofrio, che, si spera, possa spezzare le catene del silenzio e ricordare che amare significa rispetto e non abuso.
“LACRIME ROSSE” è il video realizzato dalla IV A del Liceo Linguistico, rispettivamente dalle allieve: SARA GINEVRA MARRA, CAMILLA TELESE, ROBERTA POSILLIPO, GAJA ACELLA, SIMONA DE PREZZO, AMALIA IZZO, JOSEPHINE ESPOSITO, GAIA MASSA.
Video disponibile sulla pagina Facebook ufficiale del Villaggio dei Ragazzi.
“LA DONNA MERITA RISPETTO” è il video realizzato dalla V A del Liceo Linguistico, rispettivamente dalle allieve: MARTINA DI VICO, ASSUNTA GENOVESE, FLORIANA DE FILIPPO, GIOVANNA MADONNA, ASSIA MANCO.
Ecco il video