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In Evidenza SportUn vero spettacolo di sport e passione si è concluso al ‘Vallefuoco’ di Mugnano di Napoli, dove si è tenuta l’ottava edizione del Trofeo Internazionale D’Alterio Group, organizzato con maestria dalla famiglia D’Alterio, in collaborazione con il Villaricca Calcio della famiglia Tambaro. Dal 29 maggio […]
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Curiosità MaddaloniSembra una pizza, quello che si vede su un dipinto pompeiano di 2000 anni fa, ma ovviamente non lo può essere, a rigore, dato che mancavano alcuni degli ingredienti più caratteristici, ovvero pomodori e mozzarella. Tuttavia, come risulta da una prima analisi iconografica di un […]
Cultura & Spettacoli CuriositàIl piano traffico voluto fortemente dalla scorsa amministrazione comunale, ha fatto storcere il naso a non poche persone. Lo scorso anno, infatti, ci fu anche una plateale protesta in via La Rosa con tanto di manifesti, inscenata da ambientalisti e residenti. A febbraio, la strana […]
In EvidenzaIl piano traffico voluto fortemente dalla scorsa amministrazione comunale, ha fatto storcere il naso a non poche persone.
Lo scorso anno, infatti, ci fu anche una plateale protesta in via La Rosa con tanto di manifesti, inscenata da ambientalisti e residenti.
A febbraio, la strana svolta obbligatoria in via La Rosa, dopo una petizione popolare promossa dall’ex consigliere comunale Luigi Bove, fu abolita, giusto qualche giorno prima dell’arresto di alcuni componenti di quella giunta comunale che la istituì.
Come dicevamo, il piano traffico, aveva sollevato forti perplessità anche per questioni ambientali.
Non ci vuole necessariamente una laurea per affermare che, ad esempio, in corso I ottobre, con il ribaltamento del senso di marcia, il veicolo che è costretto ad effettuare la strada in salita, inquina di più al cospetto di quello che succedeva in passato quando, la suddetta arteria (centralissima), la si percorreva in discesa.
Caso analogo in via Roma dove, con il ribaltamento di via Amendola, la strada è diventata ancora più trafficata di quanto lo era precedentemente, soprattutto in concomitanza con il suono della campanella della scuola elementare Luigi Settembrini.
Come dicevamo, qualcosina è cambiato e cambierà ancora.
Il comando di polizia municipale, coordinato dal capitano Domenico Renga, ha già messo in atto alcuni provvedimenti come la rimozione del divieto da via La Rosa verso via Napoli, accorciando notevolmente i tempi di percorrenza per chi intende raggiungere quelle zone.
Ma non solo; infatti a breve, il primo tratto di Corso I Ottobre, diventerà a doppio senso per dare modo di raggiungere via Capillo ed alleggerire quindi via Amendola e di conseguenza via Roma.
Anche in via Vallone (Zona ASL), sarà invertito il senso di marcia per defluire il traffico veicolare e rendere la movimentatissima via Caudina più percorribile.
Bene così …
E’ sempre più il mercato degli abusivi quello che si svolge a cadenza settimanale in via Matilde Serao. Nelle scorse settimane ed anche oggi, i caschi bianchi della polizia municipale, hanno eseguito controlli a tappetto per cercare di limitare, almeno, il fenomeno. Nella zona circostante […]
In EvidenzaE’ sempre più il mercato degli abusivi quello che si svolge a cadenza settimanale in via Matilde Serao.
Nelle scorse settimane ed anche oggi, i caschi bianchi della polizia municipale, hanno eseguito controlli a tappetto per cercare di limitare, almeno, il fenomeno.
Nella zona circostante l’area mercatale, ci sono i parcheggiatori abusivi che, dopo i noti problemi alla ditta incaricata per la sosta a pagamento, la CSI, hanno preso il sopravvento in molti angoli della città, estorcendo denaro ai conducenti dei mezzi che parcheggiano.
Altra situazione che, probabilmente, in questi anni è sfuggita di mano, è la questione dei venditori abusivi e spuntisti che si recano ogni martedì alla fiera settimanale ed occupano spazi comunali in maniera illegale.
La scorsa settimana, alcuni di questi venditori, vedendo le divise della Municipale, sono scappati per non incorrere in sanzioni.
Questo il comunicato stampa di Progetto Maddaloni 2.0 NO ALLO SHUNT, NO AI SOTTOPASSI. SI’ ALL’INTERRAMENTO: ECCO PERCHE’: I muri hanno sempre diviso, la storia ce lo insegna. I muri escludono, limitano, realmente ed idealmente. 7 sono i muri che si dovrebbero erigere a Maddaloni […]
PoliticaQuesto il comunicato stampa di Progetto Maddaloni 2.0
NO ALLO SHUNT, NO AI SOTTOPASSI. SI’ ALL’INTERRAMENTO: ECCO PERCHE’:
I muri hanno sempre diviso, la storia ce lo insegna. I muri escludono, limitano, realmente ed idealmente. 7 sono i muri che si dovrebbero erigere a Maddaloni per eliminare i passaggi a livello secondo RFI. Progetto Maddaloni 2.0 ritorna sullo spinoso problema dell’alta capacità a Maddaloni, da non confondersi con la linea ad alta velocità, che interesserà solo marginalmente la nostra città.
NO allo shunt che vuole realizzare RFI
NO ai sottopassi proposti dalla precedente maggioranza e da parte del PD e di Calatia Libera.
SI ALL’INTERRAMENTO
PER IL RECUPERO DELL’UNITA’ URBANISTICA DELLA NOSTRA CITTA’
PER RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA VIABILITA’
Per chiarire le idee è utile fare una breve cronistoria della vicenda:
– Già nel 2011, l’amministrazione guidata dal Sindaco Antonio Cerreto, proponeva l’interramento dei binari, soluzione che avrebbe evitato muri divisori nella città, piloni ecomostri e speculazioni in merito; tale proposta fu concretizzata da una delibera di Giunta Regionale.
– A seguito di ciò, vi fu una vacatio politica e il successivo insediamento dell’amministrazione De Lucia. Con questa amministrazione Progetto Maddaloni 2.0 aveva in sua rappresentanza un unico consigliere in opposizione alla citata amministrazione, il dott. Mario D’Addiego che, nelle sedi preposte, in coerenza con le impostazioni del 2011, riproponeva l’interramento, opponendosi fortemente allo shuntaggio. Il NO allo shunt, votato in Consiglio Comunale , fu possibile, già nel dicembre 2015, grazie a questa proposta.
PROGETTO MADDALONI 2.0 HA INTRAPRESO LA BATTAGLIA PER L’INTERRAMENTO E CONTINUERA’ A COMBATTERE PER QUESTA SOLUZIONE . IN QUESTA DIREZIONE SI STA MUOVENDO ANCHE IL COMMISSARIO STRAORDINARIO CHE HA DECISO DI OPPORSI IN TRIBUNALE A RFI CHE VUOLE ALZARE MURI LADDOVE CI SONO I PASSAGGI A LIVELLO.
SE NON SI DECIDERA’ PER L’INTERRAMENTO PROGETTO MADDALONI 2.0 CHIEDERA’ UN REFERENDUM PER FAR ESPRIMERE I CITTADINI IN MERITO.
#insiemesipuò
Il Partito Democratico ed io prima persona da segretario dello stesso e successivamente da candidato sindaco e da consigliere comunale, abbiamo sempre seguito con molta attenzione la questione Cementir a partire dal 2012, anno in cui si doveva rinnovare il protocollo d’ intesa con l’azienda […]
PoliticaIl Partito Democratico ed io prima persona da segretario dello stesso e successivamente da candidato sindaco e da consigliere comunale, abbiamo sempre seguito con molta attenzione la questione Cementir a partire dal 2012, anno in cui si doveva rinnovare il protocollo d’ intesa con l’azienda di Caltagirone.
L’abilità dell’imprenditore, che ha devastato le nostre colline, è stata sempre quella di riuscire a contrappore i lavoratori a tutti coloro, partiti associazioni ecc.., che insorgevano in difesa del territorio e dell’ambiente, riuscendo a non far comprendere agli stessi che ormai la cava, in ogni caso, avrebbe avuto una vita breve, e che quindi era arrivato il momento di conciliare il diritto alla salute e la difesa del territorio, con la salvaguardia occupazionale. Purtroppo, a causa dei ricatti della Cementir con la compiacenza anche di politici locali, con lo” spauracchio” dei licenziamenti, non si è mai riuscito ad affrontare la questione con serenità.
Ricostruimmo brevemente la vicenda.
Nell’anno 2012, il comune di Maddaloni doveva sottoscrivere un nuovo protocollo d’intesa con la Cementir, la quale aveva ottenuto una nuova proroga quinquennale per la coltivazione della cava di Maddaloni. Detto protocollo d’intesa, doveva essere approvato in Consiglio Comunale. In quella circostanza, il Partito Democratico che io guidavo da segretario cittadino, si batté affinché venisse posta una “conditio sine qua non” alla Cementir, in modo da conciliare il diritto alla salute e la tutela del territorio, con la tutela dei livelli occupazionali. In quel momento era sicuramente ipotizzabile una trattativa in questa direzione, vista la posizione di forza che l’amministrazione comunale aveva, dovendogli approvare la convenzione.
La condizione era: l’indicazione nel protocollo d’intesa, della data certa di dismissione della cava e consequenzialmente l’indicazione del progetto di riconversione in attività ecocompatibile, con la salvaguardia dei livelli occupazionali, che Cementir avrebbe dovuto attivare da subito in modo da arrivare al termine dei cinque anni, pronta per partire con una nuova attività ecosostenibile in sostituzione di quella cementizia. Purtroppo, come sempre accaduto riguardo la questione Cementir, la maggioranza consiliare di centro destra, unitamente con la Cementir, e paventando il solito “spauracchio” dei licenziamenti, riuscirono a contrappore i lavoratori alle nostre proposte, ed in un consiglio comunale convulso del 14.07.2012, riuscirono a colpi di maggioranza a far approvare un protocollo d’intesa che non conteneva le nostre auspicate condizioni. La delusione più grande del momento, fu quella di vedere lavoratori e sindacati, che evidentemente non avevano compreso la bontà delle nostre proposte, schierati con la maggioranza consiliare e con la Cementir, la quale, ovviamente, non aveva alcun interesse ad accettare gli impegni da noi proposti. Questa situazione venne così esasperata dall’allora amministrazione comunale, che finì anche con una aggressione al nostro capogruppo consiliare dell’epoca, Alessandro Sforza, ad opera proprio di un dipendente Cementir. Queste circostanze furono portate anche all’attenzione del prefetto e della magistratura.
Inoltre questo episodio gravissimo frutto di una strumentalizzazione vergognosa da parte della Cementir e da parte dell’amministrazione comunale del tempo, fu anche stigmatizzata dai Parlamentari Pd Pina Picierno e Stefano Graziano che espressero vicinanza al centro sinistra maddalonese così vilmente attaccato.
Il Partito Democratico non si arrese e non si arrenderà, e con ogni sforzo continua a sostenere la bontà della propria tesi mettendo in evidenza che, per quanto esposto, il protocollo d’intesa era da modificare per recepire le condizioni sopra riportate. Tali modifiche vennero nuovamente richieste dal Partito Democratico in occasione di una richiesta di variante al progetto di estrazione avanzata dalla Cementir. Infatti, questa richiesta di variante, a mio avviso, doveva essere accolta solo se Cementir, a sua volta, avesse accolto le nostre proposte. La cosa si concretizzò con l’approvazione di un ordine del giorno proposto da Partito democratico nel c.c. del 6.11.2013, per mezzo del quale la pubblica assise impegnò il sindaco ad avviare un confronto con l’azienda, volto all’ottenimento di misure e ristori compensativi decisamente più incisivi rispetto a quelli previsti dalla convenzione approvata con delibera di c.c. n. 45/2012, ed inoltre stabilì che il Comune di Maddaloni pretendesse dall’azienda la presentazione di un progetto di ricomposizione ambientale e di riconversione aziendale in attività ecocompatibili in modo da garantire i livelli occupazionali anche alla chiusura della cava. Purtroppo nonostante l’approvazione di questo ordine del giorno, da parte del consiglio comunale, il Sindaco De Lucia non si attivò mai in questo senso. Per tanto, in data 2.07.2015 il sottoscritto unitamente al Consigliere Capuozzo protocollò un’interrogazione a risposta, scritta e orale, per conoscere il motivo per il quale il Sindaco De Lucia non avesse dato seguito al mandato ricevuto. Purtroppo anche questa interrogazione rimase inevasa.
Attualmente la questione Cementir ritorna all’ordine del giorno per gli annunciati licenziamenti che dovrebbero coinvolgere anche lo stabilimento di Maddaloni. L’associazione “Democratici per Maddaloni” è, e rimarrà, attiva nella difesa dei lavoratori.
Detto questo, rimane sempre aperto il problema della riconversione della cava in attività ecocompatibili. È di tutta evidenza che l’attività di coltivazione della cava ormai è agli sgoccioli, anche se dovesse esserci, cosa molto improbabile, una nuova piccola proroga. Purtroppo il comune di Maddaloni non avendo avuto la capacità (o volontà) di far inserire nel 2012 nel protocollo d’intesa l’impegno a riconvertire la cava in una nuova attività ecocompatibile, vi è il rischio che nel momento in cui Cementir non potrà più coltivare la cava, per l’esaurimento definitivo delle convenzioni, potrà licenziare i lavoratori per giusta causa. Il rammarico più forte è che i lavoratori della Cementir, a causa dei ricatti e strumentalizzazioni hanno sempre contrastato le nostre proposte senza comprendere che non vi era nessun altro che volesse tutelare i lavoratori più del Partito Democratico.
Questa è una breve cronistoria dell’accaduto. Come si può desumere il Partito Democratico è intervenuto concretamente nei processi non limitandosi in sterili analisi e proposte.
Adesso la proposta che avanza l’associazione “Democratici per Maddaloni”, della quale mi onoro di essere il presidente, è quella di invitare il Commissario De Lucia , a riprendere quanto ratificato nel c.c. . del 6.11.2013, per mezzo del quale la pubblica assise impegnò il sindaco ad avviare un confronto con l’azienda, volto all’ottenimento di misure e ristori compensativi decisamente più incisivi rispetto a quelli previsti dalla convenzione approvata con delibera di c.c. n. 45/2012, ed inoltre di pretendere dall’azienda la presentazione di un progetto di ricomposizione ambientale e di riconversione aziendale, in attività ecocompatibili, in modo da garantire la continuità lavorativa e i livelli occupazionali anche alla chiusura della cava, e nel contempo di congelare qualsiasi attività di licenziamenti.
Gaetano Esposito
Presidente Democratici per Maddaloni
È successo in via Campolongo, nei pressi della villetta Imposimato dove un uomo, in conseguenza ad un malore, si è accasciato a terra perdendo i sensi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, la polizia municipale di Maddaloni e l’ambulanza. Il personale del pronto soccorso mobile, […]
CronacaÈ successo in via Campolongo, nei pressi della villetta Imposimato dove un uomo, in conseguenza ad un malore, si è accasciato a terra perdendo i sensi.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri, la polizia municipale di Maddaloni e l’ambulanza.
Il personale del pronto soccorso mobile, ha eseguito sul corpo dell’uomo un massaggio cardiaco per cercare di rianimarlo.
Purtroppo l’uomo, 50 anni, residente in Maddaloni, non ce l’ha fatta.
Bicchiere mezzo pieno per la Maddalonese dopo il pari interno contro il Cicciano. L’analisi dell’allenatore Gennaro Di Napoli: “Per il gioco espresso e il forcing dell’intera ripresa meritavamo qualcosa in più. Siamo stati bravi a crederci lottando fino alla fine. Un grande cuore, ma anche […]
SportBicchiere mezzo pieno per la Maddalonese dopo il pari interno contro il Cicciano. L’analisi dell’allenatore Gennaro Di Napoli: “Per il gioco espresso e il forcing dell’intera ripresa meritavamo qualcosa in più. Siamo stati bravi a crederci lottando fino alla fine. Un grande cuore, ma anche la sfortuna di essere stati puniti nell’unica disattenzione commessa. Non mi sembra poi che nel primo tempo Merola sia stato chiamato in causa. Nel secondo, invece è stato bravo a parare in un paio di occasioni, ma il suo valore lo conosciamo bene. Lui è stato bravissimo a tenere in piedi l’incontro e dall’altra parte il resto dei compagni ci ha creduto fino alla fine. C’è anche da dire che avevano di fronte un avversario tosto ben disposto in campo che ha saputo approfittare dell’unica palla gol avuta”. Di positivo c’è che la serie positiva interna prosegue: “Era importante non perdere contro una squadra che ambisce alle posizioni di vertice. Devo fare i complimenti ai ragazzi che si sono battuti nonostante la forte pioggia e un terreno di gioco che non ti permetteva di esprimere un gioco. E’ il giusto spirito, una unità di squadra che sarà fondamentale per il prosieguo stagionale”.
Ufficio Stampa Maddalonese
Ancora un crollo di pezzi di cemento dall’ex palazzo Inam. Dopo quello verificatosi la scorsa notte Clicca per leggere e la conseguente messa in sicurezza e ristrutturazione del cornicione del balcone lesionato, Clicca per leggere oggi si è verificato un nuovo cedimento di un altro […]
In EvidenzaAncora un crollo di pezzi di cemento dall’ex palazzo Inam.
Dopo quello verificatosi la scorsa notte
Clicca per leggere
e la conseguente messa in sicurezza e ristrutturazione del cornicione del balcone lesionato,
Clicca per leggere
oggi si è verificato un nuovo cedimento di un altro cordolo di un balcone al II piano dello stabile.
A quanto pare, nei mesi scorsi, il palazzo è stato oggetto di manutenzione. Mah…
MADDALONI- Quelli delle «Tre P» (senza partiti, senza padrini e senza padroni) vanno avanti. «Alleanza popolare per Maddaloni» si struttura. Per federare associazioni, movimenti e simpatizzanti nasce il «Comitato per il programma»: un gruppo ristretto di esperti, rappresentativi delle compagini aderenti, comincerà a stilare il […]
PoliticaMADDALONI- Quelli delle «Tre P» (senza partiti, senza padrini e senza padroni) vanno avanti. «Alleanza popolare per Maddaloni» si struttura. Per federare associazioni, movimenti e simpatizzanti nasce il «Comitato per il programma»: un gruppo ristretto di esperti, rappresentativi delle compagini aderenti, comincerà a stilare il programma di quello che non «è né centro destra, né, centro e nemmeno centrosinistra». «Gli uomini liberi e non rassegnati –ha spiegato anche ieri l’ispiratore Peppe Vigliotta- non hanno tempo e voglia di trastullarsi in lamentazioni. Vogliamo fare qualcosa per la città». E infatti, ieri, è toccato ad Adriano Del Monaco, che aderisce al movimento in maniera laica «per dare un contributo di idee innovative», tracciare a grosse linee il programma di «Alleanza popolare per Maddaloni». «Tre sono le emergenze-urgenze –ha spiegato Del Monaco- che ipotecano il futuro della città: una seria programmazione delle finanze comunali; una coraggiosa ristrutturazione della macchina comunale che va bonificata da zavorre e tare professionali e culturali; la creazione di movimenti che superino la logica delle appartenenze politiche e gli interessi di bottega che hanno portato in coma la comunità locale». Oltre i principi, Del Monaco ha abbozzato anche il fondamento primo del nuovo programma: «Ripartire dalla scabrosa relazione ministeriale di Vito Tatò che boccia senza appello i tecnici comunali, bastona senza scusanti gli amministratori locali e obbliga al riequilibrio tra entrate e uscite che ancora non c’è». Mettere mano alla macchina comunale significa rompere con posizioni di potere consolidato, resistenze al cambiamento e deficit di competenze che si fanno pagare ai cittadini. «Quelli delle tre P» hanno messo nel mirino l’esternalizzazione dei tributi comunali «a partire dalla gestione del ruolo acqua affidato alla Iap». Sotto la lente di ingrandimento è finito lo «scadentissimo, e ingiustificatamente costosissimo, servizio di igiene urbana». «Vogliamo metter e mano –insiste Vigliotta- su quei nervi scoperti del disastro Maddaloni, che si è materializzato negli ultimi 15 anni, da cui tutti gli pseudo aspiranti alle poltrone affratellati dalla medesima epidemia di perdita di memoria si tengono accuratamente e volontariamente alla larga». «Alleanza popolare per Maddaloni» si è ritagliata un ruolo scomodo: rompere il muro delle omertà trasversali e dei silenzi bipartisan. Dopo le prime riunioni arrivano i primi bilanci. Ci sono i primi strali e le punture di spillo per gli assenti eccellenti: Claudio Marone e il suo gruppo ieri assenti. Ma l’attenzione è riservata tutta agli «orfani e ai vedovi di Rosa De Lucia» che al confronto aperto, alla luce del sole, franco e costruttivo si sottraggono sistematicamente preferendo «summit segreti o per iniziati, conventicole chiuse al pubblico e l’autoemarginazione». «Si confondo le responsabilità dei singoli con quelle politiche –commenta Vigliotta- così non si vuole ripartire e rifondare la politica, nonostante errori grossolani. Così vince la logica delle conventicole e delle segreterie dei partiti che hanno portato larga fetta della politica locale a sprofondare nel baratro. Chi non ha il coraggio di confrontarsi, di scendere in piazza di parlare con la gente non fa politica e non fa un servizio. Al massimo occupa spazi e forse poltrone».
Nel passato ho scritto fiumi di parole per la chiusura dell’impianto maddalonese, gestito dalla famiglia Calatagirone. Una famiglia che ha deturpato e ha fatto soldi azzuffunn cavando la nostra bellissima collina. Ho partecipato a decine di assemblee e manifestazioni per la sua chiusura. Ho avuto […]
In Evidenza
Nel passato ho scritto fiumi di parole per la chiusura dell’impianto maddalonese, gestito dalla famiglia Calatagirone. Una famiglia che ha deturpato e ha fatto soldi azzuffunn cavando la nostra bellissima collina. Ho partecipato a decine di assemblee e manifestazioni per la sua chiusura. Ho avuto la fortuna di incontrare e trascorrere ore ed ore con persone come Enzo del Giudice. Sempre nel passato, più di una volta, mi sono trovato in difficoltà con i vertici del mio ex partito e sindacato, che mi invitavano ad avere una linea più morbida nei confronti dei vertici aziendali. Le mie battaglie erano sempre riferite, si alla chiusura degli impianti, ma solo dopo aver dato un futuro occupazionale ai dipendenti. Mi ricordo le parole di Del Giudice, mi diceva, Carlo i dipendenti sono i primi ambientalisti, sono loro che garantiscono per primi che tutto funzioni alla perfezione, infatti in caso di inquinamento i dipendenti sono i primi ad essere colpiti. Come faccio a non dimenticare queste parole? Molti studi sono stati fatti nel verificare se questo impianto inquinava o meno. Illustri universitari, grandi convegni, studi epidemiologici, denunce, manifestazioni ma alla fine tutto in una bolla di sapone.
Noi cittadini normali ci interessiamo di questo impianto e ne parliamo animatamente solo quando arrivano notizie di licenziamenti dei dipendenti. Questo ricatto della famiglia dei calatagirone arriva ogni tanto che arriva una scadenza o la richiesta di qualche variante.
La politica nel passato, l’ho scritto più di una volta, si è venduta per un piatto di lenticchie. Più di una volta ho assistito a consigli comunali, dibattiti e manifestazioni varie. Letto e riletto documenti che si è scritto di tutto e di più. Promesse e promesse in cambio di nuove concessioni, ne voglio ricordare una su tutte, il recupero della scalinata che va al santuario.
Ma veniamo ai giorni nostri, si parla di licenziamenti di padri di famiglia, si parla dell’assenza della politica che non riesce a dare risposte, qualcuno sotto voce riparla di inquinamento dopo un periodo di silenzio, ma nessuno più parla di riconversione o di deturpazione del territorio. Oggi tutti riconoscono che c’è un’emergenza ambientale, allora mi chiedo e vi chiedo perché non iniziamo insieme una riconversione economica? Non troviamo risposte, e ognuno in questo silenzio metta quel che vuole. Gli studi più avanzati parlano in trent’anni la vita media di una cava che, una volta esaurita, può continuare a rappresentare una ferita nel paesaggio e nell’ambiente circostante. Oppure no.
In Italia già ci sono molti esempi di cave e miniere dismesse trasformate in parchi naturali, percorsi turistici e didattici, osservatori panoramici e dedicati al birdwatching. Molti ex cantieri per l’estrazione di materie prime, sottoposti a recupero ambientale, hanno infatti riacquistato valore e ora contribuiscono alla conservazione della biodiversità locale. Un esempio su tutti per farvi un esempio di recupero, è quello dell’ex sito estrattivo nel comune di Guiglia, in provincia di Modena che oggi ospita un impianto fotovoltaico da oltre 6 Mw su un’area di oltre venti ettari nell’ex sito estrattivo che è stato completamente trasformato in sito di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, utilizzando infrastrutture già esistenti. L’impianto è entrato in esercizio nel secondo quadrimestre 2011 e contribuisce a soddisfare il fabbisogno energetico corrispondente al consumo annuale di circa 2.000 famiglie evitando l’immissione in atmosfera di circa 5.000 tonnellate di anidride carbonica l’anno. Il termine conversione ecologica è stato introdotto quasi trent’anni fa da Alex Langer, una figura straordinaria di militante ambientalista, pacifista e rivoluzionario, per sintetizzare il percorso necessario per ricondurre l’attività e la convivenza umane entro i limiti della sostenibilità sociale e ambientale. Per salvare l’occupazione, riaprire le assunzioni, rendere accettabile l’ambiente di lavoro, valorizzare l’esperienza e le conoscenze del personale tecnico e operaio, ma anche una parte consistente degli impianti e delle attrezzature esistenti, occorre passare a nuove produzioni. E tra queste bisogna scegliere quelle che hanno un futuro e, quindi, anche un mercato sicuro; che sono quelle che si renderanno sempre più indispensabili mano a mano che gli effetti della crisi ambientale si faranno sentire su tutto il pianeta: impianti per lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili (eolico, solare, geotermico, biomasse, idrico, ecc.); soluzioni – meccaniche, elettroniche, costruttive – per promuovere l’efficienza energetica; veicoli da usare in forma in forma condivisa e sistemi di governo della mobilità e del trasporto sostenibili; sistemi di recupero integrale delle risorse (riciclo totale di scarti e rifiuti); progetti, know-how e strumenti per la salvaguardia e la rinaturalizzazione del territorio. Certo, per promuovere una conversione ecologica su larga scala ci vogliono “forze fresche” anche in campo imprenditoriale, perché molti degli attuali manager e imprenditori sono indissolubilmente legati a un modo di fare impresa che non accetta interferenze esterne. Ma queste forze ci sono; bisogna farle emergere: all’interno delle aziende, nell’associazionismo e nell’imprenditoria sociale, nel movimento cooperativo.
Carlo Scalera
Al ‘Cappuccini’ termina in paritˆ la sfida tra la Maddalonese e il Cicciano. Primo tentativo granata al 14′ quando Picozzi ci prova dai venti metri non inquadrando la porta. Quattro minuti dopo ci prova capitan Barletta che spalle alla porta si gira e lascia partire […]
Sport
Al ‘Cappuccini’ termina in paritˆ la sfida tra la Maddalonese e il Cicciano. Primo tentativo granata al 14′ quando Picozzi ci prova dai venti metri non inquadrando la porta. Quattro minuti dopo ci prova capitan Barletta che spalle alla porta si gira e lascia partire un fendente fuori di pochissimo. Èé un buon momento per i padroni di casa e 120 secondi dopo impegnano l’estremo difensore ospite con un tiro dal limite di Di Lello. Gli ospiti non restano a portare il primo affondo sbloccano il risultato. Cross dal fondo di Sparano per la corrente Cerrato che piazza il pallone sotto la traversa. I napoletani provano anche a raddoppiare sfiorando lo 0-2 al 33′ quando Cerrato crossa e Tedeschi tutto solo ha il tempo di coordinarsi spedendo però˜ alle stelle. Grande intervento di Di Benedetto al 36′ quando deve smanacciare un tiro da fuori di Di Letto destinato nell’angolino. Su Maddaloni si abbatte un acquazzone che rende pesante il terreno di gioco e le due squadre si trascinano fino al 47′ senza emozioni.
Nella ripresa primo squillo di Cerrato che non riesce a chiudere un contropiede spedendo alto da ottima posizione. Strepitoso invece Merola quando neutralizza De Stefano lanciato a rete. Un gol fatto ma il portiere di casa si supera. Al 58′ non assegnato un rigore per spinta netta su Falco. Per l’arbitro tutto regolare tra le potreste locali. Rigore invece assegnato per fallo su De Stefano al limite. Sulla palla ci va Cerrato ma è ancora straordinario Merola che para bloccando addirittura. Riprende il forcing dei maddalonesi alla ricerca del pari. Al 78′ alta una punizione di Picozzi. Poi all’83’ Falco viene atterrato in area e stavolta è direttore di gara non può˜ esimersi dall’assegnare la massima punizione. A trasformarla Barletta che rianima i suoi.
MADDALONESE: Merola, Caruso, Piccirillo, Picozzi V., Pucino, Pirozzi, Barletta, Moriello, Falco, Izzo, Di Letto (63′ Crispino). A disp. De Lucia, Picozzi G., Santonastaso, Santangelo, Coppola, Carusone, All. Di Napoli
CICCIANO: Di Benedetto, Sparano, Sgambati, Amoruso, Mollo, Terracciano, Bizzarro (63′ Barbati), Aprea, De Stefano (82′ Albertini), Cerrato, Tedeschi. A disp. Celentano, Soadano, Romano, Montaperto, Castiello. All. Peluso
ARBITRO: Pascuccio di Ariano Irpino
RETI: 27′ Cerrato, 84′ Barletta (rig.)
AMMONITI: Mollo, Falco, De Stefano, Izzo
Ufficio Stampa Maddalonese