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MADDALONI- Si è sottratto all’abbraccio, ruvido e civico, di Antonio Cerreto (Progetto per Maddaloni) e di Peppe Razzano (Città delle Idee). E ha preferito abbandonarsi tra le morbide braccia politiche, e partitiche, di Lucrezia Cicia (Forza Italia). E così il pendolo politico di Gigi Bove oscilla tra il civismo spinto e il berlusconismo di maniera. Il fatto ha destato impressione.
Archiviata la stagione del civismo duro, puro, arrabbiato e antipartitico?
Affatto, il “Patto per Maddaloni” va avanti.
Ma adesso spunta una corrispondenza di amorosi sensi politici con una parte di Forza Italia. O no?
Fare dietrologia è il mestiere più facile del mondo. Innanzitutto, qualsivoglia stagione civica non è incompatibile con orizzonti sovra comunali di più ampio respiro politico.
Gigi Bove è civico e partitico allo stesso tempo?
Gigi Bove ha semplicemente dichiarato che il suo voto, il quattro marzo, va a Lucrezia Cicia. Il mio voto non di altri.
Insomma, si apre una nuova fase politica locale?
E insistiamo con la dietrologia. Gigi Bove ha sempre espresso il proprio appoggio e il proprio auguro per candidati oltre le mura cittadine. L’ho fatto con Riccardo Ventre durante le elezioni comunali di Caserta. Ho espresso il mio augurio a Magliocca per le provinciali. Adesso, mi esprimo sulle politiche. Mi sorprende tutta questa meraviglia. Mica si vive solo di elezioni comunali.
 

MADDALONI (Caserta) – Il Programma “Dietro l’Angolo” e l’appuntamento de “L’Angolo Elettorale” di New Radio Network si ritroveranno a condividere l’attesissimo momento di approfondimento radiofonico del Sabato mattina di New Radio Network.
Come di consueto temi di ampio respiro territoriale saranno al centro della trasmissione di domani, sabato 23 febbraio 2018, in particolare si prevede particolarmente interessante la prima parte, dalle ore 11 alle ore 11.45/12, allorquando verrà dato spazio ad un approfondimento radiofonico sulle elezioni politiche del prossimo 4 marzo.
Ospite ai microfoni di Carlo Scalera sarà il maddalonese Antonio del Monaco, Generale di Brigata in ausiliaria dell’Esercito Italiano e candidato alla Camera dei Deputati nella Circoscrizione Campania 2, Collegio Uninominale di Caserta. Del Monaco già noto a Maddaloni per essere l’ideatore del progetto “Sorgente educativa” ed ancora del “Festival della Legalità” si presenterà in una nuova veste, quella di candidato al servizio della comunità presso il Parlamento Italiano.

MADDALONI- Il Consiglio di Stato, lo scorso mese di novembre, aveva deciso di non decidere. E così sfumò, per l’ex sindaco Andrea De Filippo, l’opzione di ribaltare l’orientamento del Tar che non aveva accolto accolta la richiesta di ottenere il «premio di maggioranza ovvero l’annullamento del verbale degli eletti». Fu allora che gli attori del ricorso, anche calendario alla mano, abbandonarono la strada di resuscitare per via giudiziaria il disciolto Consiglio Comunale e puntare decisamente su una vittoria elettorale piena. Tant’è che oggi De Filippo e la sua coalizione sono lanciatissimi verso la campagna elettorale di primavera. Tanto che lo slogan di De Filippo, un minuto dopo la non decisione del Consiglio di Stato fu: «Non abbiamo paura delle urne e tantomeno di chiedere un vero e nuovo mandato agli elettorali». Fin qui arriva la cronaca.
Intanto, il Consiglio di Stato si è pronunciato sul «caso quasi gemello di Lecce». Ebbene il sindaco del capoluogo salentino Carlo Salvemini, tenuto a galla da una maggioranza (attribuita con il quorum dei sindaci reclamato da De Filippo), è diventato un’anatra zoppa. Senza perdersi in tecnicismi, la legge parla chiaro: «Primo e secondo turno non sono cumulabili (relativamente ai consensi raccolti dai sindaci) per attribuire il premio di maggioranza». Insomma, la strada giudiziaria, se eventualmente ci fosse stata la possibilità di percorrerla fino in fondo, non avrebbe portato ad alcuno sbocco praticabile. La strada della soluzione politica, a cui anche il sindaco salentino e quello di Avezzano, dovranno affidarsi resta la strada maestra. Quella che il passato Consiglio Comunale di Maddaloni non ha voluto, saputo e voluto percorrere. Su questo argomento Peppe Razzano (capo dell’opposizione numerica nel consiglio disciolto) commenta: «Vorrei fare due precisazioni. La prima: avevamo ragione, sul metodo e nel merito, della via giudiziaria. Avevamo visto giusto. Era giuridicamente errata ma soprattutto politicamente inaccettabile. Ripeto non si possono perseguire due strategie: quella del governissimo e quella diametralmente opposta del ricorso. La seconda: allora non sussistevano le condizioni di agibilità politica per costruire un’alleanza allargata anche o soprattutto per volontà di De Filippo. Abbiamo fatti tanti errori. Ma una cosa giusta l’abbiamo detta: la strada del ricorso era politicamente e giuridicamente sbagliata».