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MADDALONI- Interporto porte chiuse. Oggi, sbarre abbassate e catenacci. La più brutta immagine possibile per una bruttissima pagina, l’ennesima per la verità, per l’imprenditoria territoriale. Il lavoro c’è. Le commesse pure ma non si lavora. Le distanza tra “Gli Antichi Splendori”, società committente per l’Ise dei lavori di completamento della piattaforma intermodale, e l’Intercos sono diventate incolmabili. Fatto il verbale di constazione della rescissione contrattuale per inadempienza, da oggi non sono non si lavora. Ma non si entra nemmeno più. Lavoratori in strada sia in senso occupazionale che in senso fisico. Premesso che il fronte sindacale unito ha ribadito che la “continuità occupazionale non si tocca” e che quindi eventuali imprese subentranti impiegheranno la forza lavoro esistente, si apre uno scenario problematico. L’incontro di lunedì in Confidustria, tra le parti, è diventato al momento perfettamente inutile. Se non c’è margine di ricomposizione dei rapporti tra committenza ed esecutori si apre lo scenario, già vissuto in passato, del subentro previo nuovo affido dell’appalto. In concerto, per i lavoratori si prevede un periodo di disoccupazione.

MADDALONI- Si rimette in moto, e questa volta per davvero, il neonato, ma non troppo, «Parco urbano intercomunale est Tifatini». Appena istituito, formalmente dalla Regione (aprile 2016), ha rischiato un brusco stop per un ricorso al Tar sui «nuovi vincoli ambientali e tutele paesaggistiche» che riguardano dieci comuni, due province (Caserta e Benevento) e ben 42 chilometri quadrati di territorio. In concreto, la magistratura amministrativa dovrà comunque decidere se gli atti di istituzione del parco siano antecedenti o meno alla preesistenza di attività imprenditoriali. Che secondo, alcuni imprenditori ricorrenti, sarebbero state preesistenti e poi ignorate dalla successiva azione di tutela. Ma oltre alla carte bollate c’è di più: oggi pomeriggio, la riunione plenaria dei sindaci si è pronunciata favorevolmente nella deliberazione creazione degli enti gestionali. Tra 15 giorni, si passa ai fatti concreti. Così a Maddaloni, Arienzo, Santa Maria a Vico (comune capofila) e Cervino, condivideranno le regole tecniche in materia di «tutela ambientale, salvaguardia dei monumenti, di riqualificazione territoriale e progettazione sostenibile in aree verdi» con i territori di Sant’Agata dei Goti, Durazzano, Forchia, Arpaia, Airola.

MADDALONI- Fuori le carte, please. Ci ritroviamo nostro malgrado a rispolverare i rudimenti del “mestiere”. Ci dicono che scriviamo per sentito dire e che elenchiamo castronerie. E la cosa più bella è che non abbiamo fonti fresche. Una delle castronerie fondamentali dell’informazione, a cui siamo adusi, è leggere. Addirittura i documenti. Cosa gravissima piena di controindicazioni perché si possono incrociare punti di vista o incontrare persone che ne sanno più di noi. Una cosa inaccettabile. Sul “caso orologio di via Ponte Carolino”, la prima castroneria alias minchiata che abbiamo fatto è consultare una pubblicazione storica (2004/2005) circolata nelle scuole cittadine. Luogo tossico per antonomasia, che andrebbe chiuso subito perché lì si legge (cosa altamente nociva) dove circolano notizie storie stantie cioè non fresche. La cosa ancora più grave è che queste notizie storiche, frutto di una ricerca documentale, sono state vidimate persino dal Museo Civico cittadino. Un vero abominio. E cosa si legge in questa pubblicazione degli spropositi?
Primo: la torre, autorizzata il 30 novembre 1864, fu finanziata con 1275 pari a 300 mila ducati. Poi la somma non bastò e i costi lievitarono fino alla costruzione finale del 1867/1865 fino a lire 2549.58. Sorvoliamo sulle ricostruzioni, le citazioni delle fonti documentali e gli estratti dei documenti:
Secondo: Sempre secondo questo falso storico, predisposto dalle scuole e dal Museo civico nel 2004 per sabotare il restauro della Banca del Tempo programmato per il 2018, si legge: ”Negli anni la struttura è andata in degrado a causa delle intemperie e delle infiltrazioni d’acqua (…) per cui nel 1987 l’amministrazione comunale incaricò l’impresa Armando Borzacchiello per la risistemazione della torre e dell’orologio per una somma di 24.957.000 lire;
Terzo: Si legge: “Oltre alla struttura. Anche la macchina dell’orologio era compromessa sia per l’età che per lo stato di abbandono, per cui bisognava sostituirla completamente;
Quarto: “L’incarico fu affidato a Salvatore Ricci della ditta Tubino, soprannominato il Barnard degli orologi, il quale sostituì la macchina dell’orologio con una più moderna elettrificata e per l’allacciamento elettrico si dovettero fare dei lavori affidati alla ditta Antonio Piccolo;
Quinto: Poi si raccolta dei danneggiamenti successivi e del funzionamento elettromagnetico dei battenti.
Secondo il “sentito dire e le fonti non fresche del Museo Civico del Comune di Maddaloni), l’ingranaggio originario non c’è più; quello presente elettromeccanico è del 1987 e che fu risistemato nel 2004.
Come la mettiamo? Chi fa confusione? Chi fa disinformazione? E chi spaccia fake news?
Ora, siamo disposti al confronto carte alla mano sulla pubblica piazza.
L’occasione è propizia per chiedere alla Banca del Tempo di esibire le proprie documentazioni sulle autorizzazioni dell’intervento visto che l’assessore Giuseppe D’Alessandro e il sindaco non ne sono a conoscenza. Quindi produrre i piani di intervento alla luce delle norme antinfortunistiche e sulla sicurezza; i permessi edilizi. E quant’altro si conviene per un’opera di restauro.
Trattandosi di bene comunale sul caso sarà presentata una interrogazione in Consiglio Comunale di cui daremo notizia a parte.
Vorremmo sapere poi chi autorizza e consente le visite guidate su prenotazione? E pure il nome dei tecnici del comune certificatori.
Una risposta va data a chi rivendica meriti sul campo. A Maddaloni, da otre 30 anni, operano associazioni che hanno curato e difeso dalla devianza migliaia di minori. E queste associazioni mai hanno utilizzato un millimetro quadrato di edifici pubblici e di utenze comunali. Questi si che sono svegli sul territorio, 24 su 24, a cominciare da via Ponte Carolino. Lo sono da sempre, voi che vi siete ridestati, fino a ieri, dove eravate? Non si comprende poi perché le strutture comunali debbano essere invece essere utilizzate per scopi, forse benemeriti, ma dopolavoristici. Anche su questo argomento sarebbe opportuno produrre documentazione o un regolamento.