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MADDALONI- La curiosità: arriva la pubblicità leggera, mobile e non invasiva. La possiamo chiamare “pubblicità passepartout”. Nel senso che va dappertutto, non ingombra e si fa vedere senza disturbare. Più banalmente è la “pubblicità del lapariello”: lo metti dove vuoi e si fa notare da tutti. Nella sfida della campagna pubblicitaria, che è una sfida nella sfida, la “pubblicità mobile” in formato mini ma altamente visibile è la nuova frontiera del marketing elettorale. Meglio dei faccioni 6 per tre. Meglio dei soliti manifesti. Molto meglio della guerra degli attacchini in versione notturna. Decisamente un passo avanti anche in termini di legalità e trasparenza. E’ la pubblicità meno invasiva e più sostenibile made by Pasquale Carfora. La possiamo ribattezzare “eco pubblicità”. Attualmente parcheggiata lungo i principali snodi stradali campeggia la reclame elettorale di Andrea De Filippo. Sembra un dettaglio minore della campagna elettorale. Invece, è un altro segno dei tempi: meno manifesti (oggetti quasi in via d’estinzione), meno sei per tre, più messaggi via web e più “lapariello” ovvero la pubblicità in versione pocket che si va vedere e che non invade stradee interi isolati.

MADDALONI- La sinistra maddalonese è morta per sempre. Ancora non si presentano le liste e non tutti gli schieramenti (per le prossime amministrative) sono stati definiti, e già c’è un risultato certo: per la quarta volta consecutiva, e quindi definitivamente, non ci sarà una lista che sia diretta emanazione di quello che furono Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani o di quella vasta area politica a Maddaloni. Vale la pena ricordare che solo 12 anni fa, questa forze, vantavano un segretario provinciale qualche assessore provinciale, regionale, comunale e pure un parlamentare. Adesso c’è il nulla. E quando è stato celebrato il funerale di questa area politica? Il 14 aprile 2008 (data della grande vittoria berlusconiana) oppure due anni prima? La sinistra maddalonese è morta proprio quando ha rivinto le elezioni insieme alla coalizione ulivista del sindaco Michele Farina. Prima aveva vissuto all’ombra del baffo messicano di Gaetano Pascarella e poi aggrappata ai coglioni politici di Franco Lombardi. Dal 2008 è cominciata una morte lenta e quasi voluta. Un’eutanasia appunto che, in alcuni momenti, si è manifestata come una violenta implosione che ha prima trasformato i partiti in fazioni e poi le fazioni in schegge sinistre in lotta perenne tra di loro. A Maddaloni non c’è più la sinistra ma permane invece la lotta tra i “sinistri” che impedisce una ricostruzione di un qualsiasi progetto. E’ stato cancellato un intero patrimonio di valori ma anche di errori. E’ scomparsa certamente una storia di partecipazione di una fascia consistente del nostro territorio alla vita politica locale. Immolata sull’altare delle lotte personali, private, familistiche nonché dei veti incrociati. Resta il vuoto di rappresentanza, colmato dai comitati civici e dai Cinque Stelle in parte. Resta la diaspora di “sinistri senza fissa dimora politica” inglobati nelle varie liste civiche. Resta una strana rappresentanza di quell’area politica sotto forma di fossili politici viventi che si sono ritagliati un habitat di sopravvivenza sui social: sono passati dalla falce e martello all’iphone e martello. Un tempo la sinistra guardava ai bisogni della gente. Oggi, gli epigoni di quella stagione guardano i post. Il virus della lotta ad personam è contagioso: dopo aver portato all’estinzione la sinistra tradizionale, sta corrodendo dalle fondamenta pure il Pd locale. Oggi, alle prese con la post-scissione e con i problemi della presentazione di una lista alle amministrative. E anche questa è una storia di declino cominciata nel 2010 ma che continua inarrestabile, di scissione in scissione.